giovedì 20 aprile 2006

Perchè non vivo in Italia/1

Lo ammetto. Mi riconosco appieno, non senza un briciolo d'orgoglio dopo queste elezioni, nella categoria di italiani all'estero ben descritta da Zucconi nei suoi recenti articoli su Repubblica (vedi "Save private Prodi"). Ovvio, la mia autostima in questo modo ne guadagna, ma guardiamo ai fatti.
Vivo negli Stati Uniti da quasi due anni perchè qui posso fare il lavoro (parola grossa nel mio caso, penseranno alcuni) che mi piace e in Italia no. It is as simple as that. Ho tentato per un po' la strada dell'accademia nostrana, senza apparenti prospettive; poi mi hanno offerto un'opportunità qui e io ho deciso di coglierla. Ora studio quello che mi interessa, faccio ricerca, insegno in università e tutto il resto. E mi pagano. Neanche troppo male, visto che posso permettermi una casa, viaggi e divertimenti vari, e una fidanzata sofisticatamente ingorda.
Ho nostalgia di casa? Certo. Ma mi passa quando, come oggi, ricevo - per la prima volta dopo anni di reciproca conoscenza - un messaggio dal mio correlatore di tesi. Quasi commosso, apro l'e-mail e scopro che si tratta dell'ennesima, inutile e impersonalissima catena di Sant'Antonio a favore di qualche ottima causa. Grazie professore. Mi fa piacere che si sia ricordato di me, dopo che le ho regalato (a mie spese) una copia del mio libro e mi sono offerto di lavorare gratis per lei. Verrò sicuramente a trovarla al più presto, per avere la conferma definitiva che di quello che faccio non gliene frega niente e che non mi prenderà mai in considerazione per nessun tipo di lavoro.
Di recente, un'altra prestigiosissima istituzione dove ho studiato si è ricordata di me, manifestandomi la simpatia e la stima che si deve ai propri "nobili" ex allievi. Nell'ambito della sacrosanta iniziativa di devolvere il 5 per mille alla ricerca scientifica, mi hanno chiesto di destinarlo alla loro Fondazione. Così potranno continuare a prendere per il culo altri giovani aspiranti studiosi, sfruttandone capacità e speranze senza riconoscer loro nulla. E potranno ancora magnificare la propria immagine coprendo d'oro luminari bolliti ed organizzando faraoniche quanto vacue iniziative tipo il Festival di Filosofia.
No, grazie. Se è per questo che vi manco, me ne resto volentieri qui. E se devo dare dei soldi ad un'istituzione accademica, tanto vale darli all'università dove insegno. Almeno loro hanno una buona squadra di basket.

1 commento:

  1. Caro Vadim,
    quando ti viene nostalgia chiedimi di scriverti un'e-mail, che così compri un trapano e ti avviti lì e sei anche contento...
    Poi quando ho tempo ti posto qualcosa...Ma toglimi una curiosità...le studentesse le ricevi con la porta spalancata? Esistono queste cose? Dammi risposta.
    M

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