lunedì 24 aprile 2006

American Galateo

Quando sono sbarcata qui alla University of Cincinnati, l'International student Office si e' premurato di fornirmi dell'indispensabile "Manuale dello studente internazionale". Preziosissimo supporto, in quanto spiega come trovare casa, come farsi l'assicurazione privata etc. Ma la parte che piu' ho apprezzato e' quella relativa agli usi e costumi.

Sappiate che qui in America se vi invitano a cena, e' d'uopo addirittura rispondere all'invito con un "si'" o con un "no"! E che dire del fatto che se una ragazza ti rivolge la parola non e' che per questo tu uomo straniero sia autorizzato a zomparle addosso? Usanze esoticissime. Last but not least, il libercolo ci informa che gli americani si fanno almeno una doccia al giorno! Ai tempi rimasi basita e favorevolmente impressionata da queste usanze locali che di certo fanno degli americani un popolo avanzatissimo.

Con il senno di poi mi dico che pero' in questo manualetto manca una indicazione importantissima tipo: "State lontani dagli americani specialmente dopo i pasti, in quanto essi sono inclini al rutto libero e senza nessun ritegno. Attenzione agli spostamenti d'aria." Io non ne posso piu' di questa cosa. Mi logora.

Prendiamo la mia compagna K., creatura soave, bella e simpatica. Mi piomba in ufficio, specie dopo aver mangiato il mefitico panino humus cipolla e feta, e via, prima ancora di parlarmi rutta. La prima volta decisi di appellarmi alla Differenza Culturale. Tipo " ma checazzo K., guarda che in Europa questa cosa non si fa di ruttare in faccia alla gente." Insomma, io sono europea, dunque sofisticata per definizione, speravo di averla sistemata. Sbagliato. La giovane risponde: "Fede, da qualche parte quest'aria deve venire fuori, preferisci che scorreggi?" Messa con le spalle al muro, ho lasciato cadere la cosa.

Apro una parentesi: ognuno in questo campo ha i suoi scheletri nell'armadio: appena lattante piantai un rutto tale che mio zio, presente all'evento, si rivolse spaventato a mia madre dicendole che sicuramente mi era partito un organo interno e forse si doveva portarmi in ospedale. Ma da allora, come e' noto, io non ho mai piu' ruttato. Al limite qualche singulto.

Ma ritorniamo a K. All'ennesimo rutto sono ricorsa al rimprovero diabolico:" Capisci K. che se continui a fare cosi', un uomo non lo troverai mai!" Considerato che K. e' ormai definita una "vergine rinata", mi pareva una mossa geniale. Sbagliato.
"Ah, no guarda ieri sera ho conosciuto un tale, ho ruttato e lui ha detto che la cosa lo eccitava!"

Sara' una lunga battaglia.

3 commenti:

  1. trovo meraviglioso l'idea di essere culturalmente dominato da un popolo di aerofagi e meteoristi.

    ma all'alternativa rutto-peto pensavo tu sapessi rispondere con un "lo tieni dentro, burina"

    però, dille che a me eccita l'ide adi un panino humus, cipolle e feta?

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  2. trovo meraviglioso l'idea di essere culturalmente dominato da un popolo di aerofagi e meteoristi.

    ma all'alternativa rutto-peto pensavo tu sapessi rispondere con un "lo tieni dentro, burina"

    però, dille che a me eccita l'ide adi un panino humus, cipolle e feta?

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  3. Gianlu, non avevo pensato alla questione della dominazione da parte di questi ruttomani!

    Per il panino, quando lo mangia io sento l'odore dalla stanza accanto. dico solo questo.

    Baci

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