sabato 29 aprile 2006

Telemessiah



Ebbene no, non lo vedrete alla tele vestito con un completo azzurrino e scarpe bianche a predicare e a miracolare poveri storpi. Non lo vedrete cantare inni gospel mentre io, vestita di bianco come un angelo lo sostengo adorante nella sua missione.

No, Egli sara' vestito con un sobrio completo grigio di fresco di lana, camicia azzurra stirata di fresco da una imprecante fedehousewife e una cravatta.
E, tenetevi forte alla sedia, Egli disquisira' su come gli italiani si comportano quando fanno business.

Lui, che non ha mai lavorato un giorno della sua vita! Lui, che studia lingue semitiche che la gente non parla piu' da secoli! Lui, che si diletta con la mistica ebraica!

Non e' un grande, il mio Pucciu? e' gia' nella logica dello showbiz, parla di cose che non sa! E' meraviglioso.

Ma mi fara' almeno il salutino in diretta? Pucciuuu, se lo fai giuro che metto a posto tutti i miei vestiti ammucchiati sul termosifone!(credetemi, lo eccita piu' questo di una profferta sessuale)

Torniamo a voi: quanto mi date perche' io comunichi urbi et orbi il link del website dove sara' possibile scaricare e vedere e rivedere la puntata in cui appare questo animale da palcoscenico?

venerdì 28 aprile 2006

Porte aperte in accademia

Un amico/collega - quale soddisfazione nel potersi definire collega di qualcuno per chi fa lo studente da una vita! - mi domanda se le leggende metropolitane sulle idiosincrasie delle università statunitensi siano vere. Del tipo: quando ricevi le studentesse, devi sempre lasciare aperta la porta del tuo ufficio.
Assolutamente sì. La regola della porta aperta vale anche per gli studenti maschi, che saresti tentato di malmenare quando tagliano la lezione e poi li incontri al campetto (dev'essere una dipendenza questa; anche dopo i 30 la scimmia del basket ogni tanto ti trascina al campetto).
Dunque; eccovi, in ordine sparso, alcuni miti universitari da confermare:
- gli studenti americani girano sempre in ciabatte, cappellino, e bermuda o pigiama;
- gli studenti americani sono mediamente dei selvaggi (scorgo dalla finestra un imbuto con cannula acclusa atta a strozzarsi di birra, nonché il glande di un giovane energumeno che piscia dal terrazzo della casa di fianco);
- gli studenti americani sono mediamente dei deficienti (alla domanda: perché hai scelto di seguire un corso d'italiano, più d'uno risponde: per cuccare);
- il corpo docente è totalmente in balia degli studenti (i miei ancora non riescono ad accettare che io debba parlare italiano per insegnarglielo, e se ne lamentano nelle evaluations);
- i campus sono fighissimi e pieni di servizi inimmaginabili per chi ha fatto l'università in Italia (ho visto Milan-Barcellona su megaschermo nel laboratorio di lingue...);
- ci sono sempre un sacco di feste ed iniziative varie, che sporadicamente lasciano un po' di tempo per lo studio ("Prof., penso che mollerò il corso perché non ho mai dovuto studiare tutti i giorni un'ora intera per un corso. Non ce la faccio proprio!!!")
Ho di certo dimenticato qualcosa; rimedierò nelle prossime puntate. Ora vado a chiamare la polizia per far elettrificare i miei vicini che, tra un urlo e un rutto, giocano a bocce con la musica a palla.

50 anni di silenzio




Il 15 agosto 1945 segnò la disfatta del Giappone. Forse fu la sconfitta del paese, e la complicità degli USA a far sì che alcune storie non venissero raccontate, e alcuni crimini non puniti. Ma un giorno, all’inizio degli anni 90, alcune vecchie signore, perlopiù coreane, decisero che 50 anni di silenzio erano ormai troppi. Si organizzarono e cercarono di far valere le proprie ragioni. Queste anziane signore, durante la seconda guerra mondiale furono rapite e tenute prigioniere in quelli che con un eufemismo venivano chiamati Comfort center. In pratica, per anni esse (le stime parlano di 200 000 donne dai 12 anni in su) furono schiave sessuali a completa disposizione dell’esercito giapponese. E le schiave non sono prostitute. Non venivano pagate, venivano private del nome e del diritto di comunicare tra di loro, o meglio, del diritto di parlare in assoluto. Il loro destino era principalmente la morte. L’obbligo di soddisfare i bisogni sessuali di centinaia di soldati al giorno favoriva la comparsa di infezioni, le emorragie, le malattie veneree. Alcune impazzivano e venivano abbandonate nei boschi dai soldati giapponesi. Alcune furono costrette a cibarsi di carne umana.

Per 50 anni la vergogna, la non volontà dei governi di far luce sul sistema di “prostituzione” decisa ed organizzata dal governo giapponese ha fatto sì che queste donne tacessero. Ora hanno 70-80 anni, molte sono malate, e però raccontano instancabilmente le loro vite rovinate per sempre, le menomazioni che hanno impedito loro di avere figli, un marito, insomma, quello che sognavano da ragazze. È da più di dieci anni che chiedono le scuse del governo giapponese, il quale ufficialmente non ha ammesso nulla, ma ha offerto loro dei soldi attraverso fondi privati.

Le signore hanno per la maggior parte rifiutato; limitarsi ad accettare compensi finanziari significherebbe rinunciare a veder riconosciuto il fatto che ciò che è successo loro non è qualcosa che è accaduto per caso, ma che il sistema dei comfort center è stato pensato, deciso ed attuato dall’esercito giapponese. Il tempo pero’, gioca a favore del governo giapponese, Data l’eta’, queste signore stanno morendo, e tra pochi anni non ci sara’ piu’ nessuna di loro che potra’ testimoniare.

Comfort women qui e qui

mercoledì 26 aprile 2006

Wild Midwest

Noi c'eravamo e siamo pure visibili in qualche foto.
Ci tengo a dire che la nostra presenza era legata a ragioni umanitarie.

Eccoci

martedì 25 aprile 2006

Venticinque aprile




Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi

non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti vide fuggire

ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro di ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo

su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre

Resistenza

Piero Calamandrei



Per l'occasione rinuncio a polemiche femministe. Donne e resistenza
qui e qui

lunedì 24 aprile 2006

American Galateo

Quando sono sbarcata qui alla University of Cincinnati, l'International student Office si e' premurato di fornirmi dell'indispensabile "Manuale dello studente internazionale". Preziosissimo supporto, in quanto spiega come trovare casa, come farsi l'assicurazione privata etc. Ma la parte che piu' ho apprezzato e' quella relativa agli usi e costumi.

Sappiate che qui in America se vi invitano a cena, e' d'uopo addirittura rispondere all'invito con un "si'" o con un "no"! E che dire del fatto che se una ragazza ti rivolge la parola non e' che per questo tu uomo straniero sia autorizzato a zomparle addosso? Usanze esoticissime. Last but not least, il libercolo ci informa che gli americani si fanno almeno una doccia al giorno! Ai tempi rimasi basita e favorevolmente impressionata da queste usanze locali che di certo fanno degli americani un popolo avanzatissimo.

Con il senno di poi mi dico che pero' in questo manualetto manca una indicazione importantissima tipo: "State lontani dagli americani specialmente dopo i pasti, in quanto essi sono inclini al rutto libero e senza nessun ritegno. Attenzione agli spostamenti d'aria." Io non ne posso piu' di questa cosa. Mi logora.

Prendiamo la mia compagna K., creatura soave, bella e simpatica. Mi piomba in ufficio, specie dopo aver mangiato il mefitico panino humus cipolla e feta, e via, prima ancora di parlarmi rutta. La prima volta decisi di appellarmi alla Differenza Culturale. Tipo " ma checazzo K., guarda che in Europa questa cosa non si fa di ruttare in faccia alla gente." Insomma, io sono europea, dunque sofisticata per definizione, speravo di averla sistemata. Sbagliato. La giovane risponde: "Fede, da qualche parte quest'aria deve venire fuori, preferisci che scorreggi?" Messa con le spalle al muro, ho lasciato cadere la cosa.

Apro una parentesi: ognuno in questo campo ha i suoi scheletri nell'armadio: appena lattante piantai un rutto tale che mio zio, presente all'evento, si rivolse spaventato a mia madre dicendole che sicuramente mi era partito un organo interno e forse si doveva portarmi in ospedale. Ma da allora, come e' noto, io non ho mai piu' ruttato. Al limite qualche singulto.

Ma ritorniamo a K. All'ennesimo rutto sono ricorsa al rimprovero diabolico:" Capisci K. che se continui a fare cosi', un uomo non lo troverai mai!" Considerato che K. e' ormai definita una "vergine rinata", mi pareva una mossa geniale. Sbagliato.
"Ah, no guarda ieri sera ho conosciuto un tale, ho ruttato e lui ha detto che la cosa lo eccitava!"

Sara' una lunga battaglia.

domenica 23 aprile 2006

Come stravolgere i maki giapponesi



Comincia oggi la serie di "ricette unte" che produciamo qui nella casa femminista.

Questa ricetta in particolare mi ha reso molto felice. Neanche dopo la laurea ero cosi' esaltata.
Si tratta di una rielaborazione a' la disperata dei maki jap.

Avete bisogno di riso (Arborio), fogli di alghe nori, tappetino da sushi in bambu', salmone affumicato, senape e avocado maturo. Siccome il pucciu mi vuole sabotare, non ho potuto comprare il riso da sushi ed ho dovuto usare l'arborio (cotto 2 min in piu' del necessario. Non pago, mi ha pure sbattuto via dal frigo il wasabi, che da genio quale sono ho sostituito con la senape.

Qui foto del step by step del procedimento che aiuteranno a comprendere quanto segue.

Fate cuocere un po' di riso (diciamo 5 pugni per fare maki per 4) in acqua salata per 2 minuti in piu' del necessario. Scolare e lasciarlo raffreddare 5 minuti. Deve essere tiepido/caldo quando lo maneggerete. Intanto stendete il mitico tappetino da sushi. Metteteci su un foglio di alga nori, spalmateci su il riso in uno strato compatto (mezzo cm) lasciando 1 cm vuoto su 3 lati. Attenzione, lasciare invece 2-3 cm sul lato corto del rettangolo piu' lontano da voi. Guardate la foto che a dirlo e' un casino.

Spalmate sul riso un velo di senape. A meta' del tappeto di riso metteteci una striscia di avocado e salmone affumicato tagliati a listerelle. Avvolgete tutto il rotolo di alga, riso, ripieno aiutandovi con il tappettino. Lasciate il rotolo un po' stretto nel tappetino. Io l'ho avvolto nella pellicola e l'ho lasciato riposare. Fate altri rotoli fino a che non finite tutti gli ingredienti. quando avete tutti i vostri rotoli prendete coraggio e tagliateli con un coltello affilato prima a meta' e poi a fettine di 2 cm circa.
Se vi avanza riso: io ho fatto con una mitica formina comprata a Chinatown nei pugnetti di riso compatti sui quali ho piazzato salmone avanzato e purea di avocado, ma sono buoni anche con una punta di humus e sopra zucchina alla griglia.


venerdì 21 aprile 2006

Salviamo Cherie


Presto, mettiamo su una raccolta fondi per salvare sister Cherie Blair!
Una che spende dal parrucchiere 7.700 sterline (in 28 giorni) per sembrare pettinata con le bombe a mano HA BISOGNO DI AIUTO QUI ED ORA!

Dunque propongo di spendere I soldi che raccoglieremo per deportarla a Torino e farle tagliare I capelli per una manciata di euri dalla parrucchiera della Ester, che fa dei bei caschetti.

Oppure me la spedite qui nel Midwest. Il mio parrucchiere Nasser ne sarebbe deliziato.
Cherie dovrebbe abituarsi alle sue massime tipo “Big is better” ma al primo complimento falsone esagerato lo amerebbe come lo amo io.

Accetto ulteriori suggerimenti. Considerate che potremmo collegare l’evento alla sottocitata campagna “Autostima per tutte”.

Magari poi ci fa da testimonial.

giovedì 20 aprile 2006

Perchè non vivo in Italia/1

Lo ammetto. Mi riconosco appieno, non senza un briciolo d'orgoglio dopo queste elezioni, nella categoria di italiani all'estero ben descritta da Zucconi nei suoi recenti articoli su Repubblica (vedi "Save private Prodi"). Ovvio, la mia autostima in questo modo ne guadagna, ma guardiamo ai fatti.
Vivo negli Stati Uniti da quasi due anni perchè qui posso fare il lavoro (parola grossa nel mio caso, penseranno alcuni) che mi piace e in Italia no. It is as simple as that. Ho tentato per un po' la strada dell'accademia nostrana, senza apparenti prospettive; poi mi hanno offerto un'opportunità qui e io ho deciso di coglierla. Ora studio quello che mi interessa, faccio ricerca, insegno in università e tutto il resto. E mi pagano. Neanche troppo male, visto che posso permettermi una casa, viaggi e divertimenti vari, e una fidanzata sofisticatamente ingorda.
Ho nostalgia di casa? Certo. Ma mi passa quando, come oggi, ricevo - per la prima volta dopo anni di reciproca conoscenza - un messaggio dal mio correlatore di tesi. Quasi commosso, apro l'e-mail e scopro che si tratta dell'ennesima, inutile e impersonalissima catena di Sant'Antonio a favore di qualche ottima causa. Grazie professore. Mi fa piacere che si sia ricordato di me, dopo che le ho regalato (a mie spese) una copia del mio libro e mi sono offerto di lavorare gratis per lei. Verrò sicuramente a trovarla al più presto, per avere la conferma definitiva che di quello che faccio non gliene frega niente e che non mi prenderà mai in considerazione per nessun tipo di lavoro.
Di recente, un'altra prestigiosissima istituzione dove ho studiato si è ricordata di me, manifestandomi la simpatia e la stima che si deve ai propri "nobili" ex allievi. Nell'ambito della sacrosanta iniziativa di devolvere il 5 per mille alla ricerca scientifica, mi hanno chiesto di destinarlo alla loro Fondazione. Così potranno continuare a prendere per il culo altri giovani aspiranti studiosi, sfruttandone capacità e speranze senza riconoscer loro nulla. E potranno ancora magnificare la propria immagine coprendo d'oro luminari bolliti ed organizzando faraoniche quanto vacue iniziative tipo il Festival di Filosofia.
No, grazie. Se è per questo che vi manco, me ne resto volentieri qui. E se devo dare dei soldi ad un'istituzione accademica, tanto vale darli all'università dove insegno. Almeno loro hanno una buona squadra di basket.

Campagna Autostima per Tutte/1



Con l'approssimarsi dell'estate, e delle ansie femminili su budrillette, tette scarse e cellulite galoppante, io dico ""No!" a questo regime fascista dell'apparire (he he, sono troppo contro!) e apro ufficialmente la campagna "Autostima per tutte".

Dunque, per cominciare, ecco a voi un bellissima poesia: “Phenomenal woman” di Maya Angelou . Scrittrice, attrice, educatrice, insomma una donna larger than life.


Pretty women wonder where my secret lies
I'm not cute or built to suit a model's fashion size
But when I start to tell them
They think I'm telling lies.
I say
It's in the reach of my arms
The span of my hips
The stride of my steps
The curl of my lips.
I'm a woman
Phenomenally
Phenomenal woman
That's me.

I walk into a room
Just as cool as you please
And to a man
The fellows stand or
Fall down on their knees
Then they swarm around me
A hive of honey bees.
I say
It's the fire in my eyes
And the flash of my teeth
The swing of my waist
And the joy in my feet.
I'm a woman
Phenomenally
Phenomenal woman
That's me.

Men themselves have wondered
What they see in me
They try so much
But they can't touch
My inner mystery.
When I try to show them
They say they still can't see.
I say
It's in the arch of my back
The sun of my smile
The ride of my breasts
The grace of my style.
I'm a woman
Phenomenally
Phenomenal woman
That's me.

Now you understand
Just why my head's not bowed
I don't shout or jump about
Or have to talk real loud
When you see me passing
It ought to make you proud.
I say
It's in the click of my heels
The bend of my hair
The palm of my hand
The need for my care.
'Cause I'm a woman
Phenomenally
Phenomenal woman
That's me.

martedì 18 aprile 2006

Di predicatori e donne perdute

Eh eh, ieri Steve ed oggi pippone. Bene, tutto comincia in un bel giorno di primavera. Il sole era caldo, gli alberi in fiore. Era anche ora di pranzo e dunque io e il Pucciu ci siamo incontrati on campus per consumare un bagel al prosciutto crudo (comprato nel posto descritto qualche post fa in ingenti quantità da un Pucciu fuori controllo). Eravamo stravaccati sul prato quando ecco che giunge un predicatore accompagnato da moglie e figli. Il tapino si apposta in un punto nevralgico del campus e comincia a predicare. Capiamo dagli urlacci che gli rivolgono i passanti che il tizio sta sbroccando di brutto.
Ovviamente mi monta la scimmia di capire di cosa si tratta e, congedato il Pucciu, mi apposto.

Immediatamente due elementi mi tramortiscono: uno, l’ignobile cravatta con una croce porpora su campo grigiastro indossata dal predicatore e due, il cartello “se hai circa 30 anni, sei uno scampato all’Olocausto dell’aborto!” Infatti l’aborto è legale negli USA dal 1973. Capirete che è con un certo gusto che ho assistito all’arrivo della polizia dell’Università che lo ha gentilmente invitato a spostarsi verso altri lidi. Ma questo signore non è solo, qui negli USA. La destra tutta gli fa buona compagnia, tanto che il South Dakota ha recentemente approvato una legge che vieta virtualmente ogni tipo di aborto, compreso l’aborto per vittime di stupro che, dopo essersela sicuramente spassata, hanno avuto pure l’ardire di rimanere incinte. Nell’attesa che la Corte Suprema (recentemente arricchita dall’ingresso del famoso giudice conservatore Alito) si pronunci sulla legge, altri 11 undici –su-cinquanta stati stanno considerando l’adozione di abortion bans. Ora, si spera che la legge venga proclamata incostituzionale, ma comunque la situazione è seria, considerato che, tra le altre cose, i casi di farmacisti che si rifiutano di vendere alle clienti pillole del giorno dopo, pillole anticoncezionali etc. si stanno facendo sempre più numerosi.

Ma non dimentichiamo Lui, l’ineffabile Bushino. Non pago di essersi vantato della diminuzione di teen pregnancies grazie alla educazione all’astinenza nel Discorso alla Nazione del 31 gennaio 2006 (non 31 gennaio 1806), si è anche rifiutato di rispondere a domanda diretta: “are you opposed to contraception?” rispondendo invece che lui è favorevole a “building a culture of life.”

Ah, beh. Ora mi sento più tranquilla.

lunedì 17 aprile 2006

Non un attimo di quiete!


Io e il Pucciu colti in un attimo di intimita'. questi paparazzi devono darsi una regolata!

Sabato pomeriggio


Spinti da un certo vorace snobismo alimentare, che trasfigura la nostra nostalgia di casa in sogni a base di salame felino, insalata di polpo e burrata, l'altro giorno B.I.B. ed io ci siamo cacciati mani e piedi in nel bel mezzo di una tipica American experience da fine settimana: lo shopping selvaggio nell'ipermegastore globale totalissimo. Filistei che siamo, eccoci da Jungle Jim's, un magazzino di cibarie che si vanta di avere tra i propri scaffali tutto cio che di edibile esista. Essendo in compagnia di amici brasiliani, tentiamo di non dare il peggio di noi stessi in litigate furibonde sull'utilita' dello zafferano e sulla convenienza dei samosa surgelati - ci eravamo messi avanti con una scenata isterica a casa, durante la preparazione della lista della spesa. Tutto sembrava filare liscio, in un vortice selvaggio di acquisti smodati in barba a prezzi e quantita' (continuo a non capire quanto cazzo sia una libbra). Le scene di bulimia di fronte ai numerosi banchetti di assaggi gratuiti dovevano pero' avere un esito drammatico, allorche' il sottoscritto, piccolo genio del male, decide di provare le salse piccanti. Tronfio ed avventato, le assaggia in serrata sequenza, senz'avvedersi del cartello "taste at your own risk!". La "Inferno Hot" ha avuto ragione delle mie papille gustative, facendomi seriamente temere di dover accantonare per sempre le mie velleita' di assaggiatore di vino. Mi sono visto concludere i miei giorni nutrendomi a cucchiaiate di cera d'api tiepida, ormai irrimediabilmente insensibile a qualunque sapore. Dopo un indescrivibile quarto d'ora di sofferente silenzio - lenito per fortuna da una Sprite - tornavo, quasi Lazzaro, ad una parvenza di vita umana, riacquistando l'uso della lingua e con esso la capacita di articolare suoni dotati di senso. Non so se il proprietario del magazzino intenda proprio questo quando parla della combinazione "shopping + fun"; so solo che non boicottero' mai piu' la Coca-Cola Company: le devo la mia resurrezione.

Fede Maestra


È con emozione appena trattenuta che annuncio che il sogno di ogni bambina, “fare la maestra”, io, ieri, lo ho realizzato. Ebbene sì. Ho dato la mia prima lezione vera di Italiano al mio scolaro americano.
Abbiamo amenamente discusso di bar italiani, sigarette e vecchi che giocano a carte scommettendo la pensione.

Mi rammarico di non aver potuto dirgli che i vecchi bestemmiano come matti, ma io “bestemmia” in inglese non lo so dire.

Mi sono così giocata la nota culturale. Sarà per la prossima volta.


p.s. prego notare che la scolaresca ritratta e' sarda. Se non e' ammore questo.

sabato 15 aprile 2006

No more cazzeggio



Buon weekend di Pasqua!

Io mi leghero’ alla sedia come Alfieri e cerchero’ di produrre un paper per domenica sera.
Dopo gli ultimi post devo darmi un tono più intel, intl, intellet, inteellettule...Uff, ma come 'azzo si scrive ‘sta parola??

venerdì 14 aprile 2006

Bollore, incommensurabile babbea!

L'episodio di ieri mi spinge a spiegare il perchè dell'appellativo (do you remember Mash?) rivolto alla mia inarrestabile compagna. Ad una naturale propensione a fare casino, la suddetta unisce il dubbio talento di peggiorare le cose tentando di rimediare ai pasticci combinati.
Analizziamo il fatto in questione: B.I.B. decide, novella ecologista, di acquistare on line dei praticissimi tamponi in spugna naturale, comodamente lavabili (ma senza detersivo, sennò si inquina) e riutilizzabili. A questo punto, immagino gli amici maschi gia vomitanti e solidali con il sottoscritto, prefigurando batuffoli rossastri in giro per la casa. L'inclinazione al guaio e l'uso isterico del mouse fanno sì che un accademico di mia conoscenza si ritrovi nella propria casella di posta elettronica una mail che certifica il coscienzioso acquisto della nostra eroina. Non paga del misfatto, la piccola Rommel ritiene utile precisare al prof in questione il proprio legame con il sottoscritto, tirandomi gratuitamente dentro la faccenda. Stupisce a questo punto il suo senso di colpa, mentre scortata da una guardia del corpo femminista mi racconta il fatto.
Per contrappasso, l'incommensurabile babbea si becca un Seder (cena rituale della Pasqua ebraica) a casa dell'illustre Dr. Haham I. J., vecchio semitista turco, sefardita e poliglotta, che ci intrattiene con arguzie grammaticali tra ladino, francese ed ebraico biblico, splendido nel suo look a metà tra Fantozzi e Howard Cunningham - pantaloni ascellari, camiciotto sbrodolato, fez nero di velluto.
Piccole vendette.

La forza del destino

Questo post tratta del destino infame e baro. Di come forze piu' grandi di me, cioe' il consumismo, il femminismo, Internet, la stampa canadese, e l'essere donna, ieri si siano alleate e in una congiunzione diabolica, mi hanno portato a fare una figura di merda. Coinvolgendo ovviamente anche il Pucciu.

Vado a cominciare: ieri mi sono svegliata alle 6,30, bella tranquilla. Guardo la mia casella di posta, il blog e programmo la giornata, che si annuncia impegnata. Lavoro dalle 10,30 alle 17,00 (in realta' lavoro con Kat, sostanzialmente cazzeggiamo tutto il tempo), appuntamento alle 17,30 con un signore che vuole che gli faccia fare conversazione in Italiano. Infine, alle 18,30 festeggeremo Pesach con la famiglia di un professore di Vadim. Bene.

Il sole splende. Fa caldo. Il Pucciu si sveglia con la pressione sotto le scarpe. Con voce tremula chiede il caffe' dal suo letto di dolore e glielo faccio. E qui il primo segno. Malgrado il fatto che discutiamo animatamente su nazionalismo e sessualita', io sono inusualmente carina con lui. Altro segno che mette il Pucciu in allarme. "Che cazzo hai fatto, devi farti perdonare qualcosa?" Stranamente no. Lui insiste. Penso. No, non ho (ancora) fatto nulla.
E invece.
Gli eventi sarebbero poi precipitati di li' a poco.

Insomma, la catena degli eventi e' stata: vado in dipartimento, leggo un giornale femminista canadese, leggo la pubblicita' di una cosa che resta segreta, non avrei problemi a dire cosa, ma primo, il Pucciu mi taglia la testa, secondo, il Pucciu mi taglia a pezzetti.
Sappiate che ha a che fare con la sfera privata dell'individuo. No, niente ammenicoli per giochi erotici.
Anyway, trovo che la cosa sarebbe utile. A chi e' interessato posso rivelare la cosa via mail. Chi gia' sa e' pregato vivamente di non rivelare pubblicamente la cosa.

Comunque, mi consulto con Kat, che mi incoraggia nell'acquisto. Acquisto on line. E qui ragazzi, e' stata poi questione di minuti. Quelli del sito mi addebitano l'ordine due volte. Io rispondo che c'e' un errore ma QUALCOSA (eccolo! Lui, il destino!) interviene e la mail viene inviata non solo a quelli del sito, ma anche ad un prof dell'Universita' che conosce sia me sia Vadim.

Cazzo cazzo cazzo.

La cosa e' molto privata e il prof se vede la mail pensera' che sono una pazza fuori di testa e vedra' cosa ho comprato. E il Pucciu si incazzera' e mi buttera' fuori di casa. Dovro' tornare in Italia e mia madre mi ha detto che con il cazzo che mi riprende a casa.Mia sorella (si' gentile pubblico maschile, quella (piu') figa che ancora e' fidanzata! Scio', lontani da lei!) mi ha squatterizzato la vecchia stanza. MIIII!!!

Piegata in due dal ridere chiamo Kat e una scienziata sociale a raccolta. Mi consulto. Come risolvere la situazione? Ovviamente faccio il contrario di quello che mi dicono. Peggioro la situazione. Confessione al Pucciu. Richiesta di perdono. Psicodramma. Ma comunque anche a lui scappava da ridere.

Stremata, alle 13 ora locale mi accascio in ufficio e decido che non faro' piu' nulla al lavoro. Kat entusiasta mi appoggia e ci dedichiamo a divulgare la gustosa storiella alle compagnucce.

Che vita dura, ragazzi!

P.s. Vi incoraggio a condividerele vostre peggiori figure di merda, mi aiuterebbe a sentirmi meglio.

giovedì 13 aprile 2006

One nation, one fashion



Domenica scorsa "american experience" con Kat. Shopping all'outlet della Gap. Non e' stato facile. Anche perche' "shopping" insieme a "bella gente" e' una delle parole che non mi piacciono.

Comunque ho comprato le belle scarpine rosse che vedete sopra: 15 dollari.

Comunico che qui passo per una specie di guru della moda, mi dicono che sono sempre "in tiro". Chi mi conosce si sta gia' spanciando dalle risate? Ho dovuto dire che per gli standard italiani sono una sciattona. Qualche giorno fa un tizio mi ha seguito per dirmi che gli piaceva il mio "outfit". Per sicurezza ho poi cambiato strada.

Mamma, lo vedi che c'e' gente che non pensa che io mi vesta buttando un petardo nell'armadio e poi scegliendo cosa rimane dopo l'esplosione?

Certo, che qui, con gente che viene a lezione in infradito pure in inverno e fa fatica a levarsi i pantaloni del pigiama per venire a lezione...

mercoledì 12 aprile 2006

Il padrino

La Repubblica mostrava solo il titolo di questo articolo, chiaramente opera della stampa stalinista britannica. Mi sono sentito in dovere di farlo leggere ai miei studenti. Starò facendo cattiva pubblicità all'Italia?

Fede amica degli animali

Niente, avevo un postino carino da scrivere per voi, o ampio pubblico di questo blog, ma l'ispirazione mi e' passata. Non e' colpa mia.

Infatti sono sotto shock perche' alle 6,30 am mi e' toccato ammazzare uno scarafaggio che si era graziosamente accomodato sul divano. Insetti terribilmente resistenti che mi fanno uno schifo infinito. Non moriva mai!

Ovviamente sono ormai preda della paranoia e sto pensando da dove viene questo piccolo bastardo e come sventare l'arrivo di altri suoi fratellini.

Perche' lo so che di sicuro ce ne sono altri. Loro sono dappertutto.

Bleah!

martedì 11 aprile 2006

The morning after

Onorevole Prodoo!?!?! Mi aspetto dei ringraziamenti!
Elettori e partiti di sinistraaa!?!?! Se non fosse stato per noi, non ce l'avreste fatta neanche stavolta!
L'illustre panettiere calabrese che noi (anzi, che io, visto che gli altri italiani nei dintorni non hanno votato) abbiamo eletto al Senato, vi ha salvato il culo. E dovreste quasi ringraziare anche il camerata Mirko - un fascista che consegna il paese nelle mani dei "comunisti"... se non e' antinomismo questo!
Riassumendo, la Trinita' che ha portato salvezza e redenzione all'Italia e' composta da una camicia nera, dall'American Dream dei fornai, e dal sottoscritto.
Se qualcuno ha ancora il coraggio di dubitare della mia identita' messianica, si faccia avanti...

Cronaca in diretta

Che bravi, eh, questi italiani all’estero!

Ringrazio gli amici che ieri sera ci hanno telefonato dalla nostra bella Torino, neh! Ma ringrazio anche la mamma che ha provveduto ad informarmi che a questo giro se la sinistra non vinceva era la volta che o mio nonno moriva d’infarto o assoldava un killer per fare piazza pulita di chi sappiamo noi.

Tutto ciò con il Pucciu-Messiah di sottofondo che ciondolava per casa mormorando-ma anche urlando-che lui non ce la faceva a reggere questa tensione, che mi rimproverava perché per casini burocratici non ho potuto votare. E che cucinavo e studiavo invece di dolermi con lui davanti alla diretta elettorale su internet.
E intanto tirava giù un birrozzo.

E intanto io cercavo di leggere un paio di articoli su globalizzazione e sessualità, imparando che il 40% del prodotto nazionale lordo della Guyana è costituito da entrate derivanti da linee erotiche.
Neppure questa notizia lo ha scosso!
Credendomi diabolicamente furba, ho provveduto a cucinargli una cenetta a base di curry di legumi e chapati fatto da me con le mie manine sante. L'idea: stenderlo.
Durante il procedimento ho creato un po’ di fumo ed è suonato 2 volte l’allarme antincendio della casetta. Ehm…
Ho capito che il Pucciu era fuori di sé perché non mi ha neppure cazziato per l’incidente domestico.

Comunque, data la pesantezza del pasto speravo che si sarebbe abbioccato e avrebbe dimenticato tutto nell’oblio della digestione e dei telefilm del lunedì sera.
Illusa! Momenti di tensione anche nella trama del telefilm preferito, giunto ad un punto importantissimo.
Avvenimenti carichi di oscure conseguenze che mi hanno prostrato il fidanzato ancora di più.
Sguardo perso nel vuoto. Rimuginava forse idee relative ad un esilio perenne in caso di vittoria della destra?

Ora, giunti all’ennesimo: “tu non capisci” “sono nervoso”, alle ore (23.29) locali sono arrivata alla totale identificazione con mio nonno e dunque, scartata l’ipotesi dell’infarto, io assoldo un killer. Per fare piazza pulita di chi sapete voi.

P.S. Aggiornamento delle 6.35 am ora locale. Il Pucciu vive ancora. In realta' dorme. Esaltata dai risultati elettorali appena scoperti l'ho gentilmente scosso per comunicargli la lieta novella e l'inizio di una nuova era. Ha mormorato qualcosa tra i denti prima di girarsi dall'altra parte...non voglio sapere cosa.

lunedì 10 aprile 2006

Motivi per stare al mondo/1



Voi penserete che la mia vita sia Pucciucentrica, lo so, lo cito sempre.

Cosa devo dire? il Pucciu mi e' fonte di ispirazione continua, non so, lui stimola il meglio ed il peggio di me.

Ma torniamo al punto: uno dei motivi per stare al mondo e' fare gli spaventi al Pucciu.

Una cosa stupenda, che scrivendone gia' mi scappa da ghignare. Ma per farvi capire bene vi devo almeno accennare a come si svolge il momento del risveglio qui nella casa femminista.

Io mi sveglio mediamente un'ora prima di lui. Presa dai sensi di colpa perche' non faccio mai un emerito c***o in casa tento di recuperare punti svegliandolo con il caffe'. E fin qui tutto ok. Ma il bello della mattina e' che il Pucciu la mattina c'ha la pressione bassa, mentre io produco adrenalina a fiotti. Dunque e' lento, lentissimo a lavarsi e vestirsi.

Ed e' qui, quando lui e' piu' debole che io agisco.

Mentre il Pucciu con l'occhio sbarrato fissa la cabina armadio sperando che i vestiti gli si accomodino addosso per magia, io -zitta come una spia- gli arrivo alle spalle urlandogli il classicissimo "BAH!!!"

Dovreste vederlo, fa dei salti alti cosi'.
Godo da bestia.

Il problema e' che poi io vivo nel terrore della vendetta. Quindi quando entro in casa e lo chiamo e capisco che lui c'e' ma non risponde mi si ghiaccia il sangue nelle vene, perche' lo sospetto chiuso nei numerosi ripostigli che abbiamo in casa, pronto a zomparmi addosso. Dunque comincio a berciare: "Pucciu se mi fai uno spavento io ti ammazzo!!!! Pucciu guarda che ho l'ombrello, te lo spacco in testa!!!!" Uno stress che non vi dico.

In realta' lui, che mi conosce, sa che il solo sospetto di un agguato mi fa morire, dunque non si disturba nemmeno a spaventarmi davvero.

Infatti, lo trovo sempre tranquillo che legge in camera da letto e mi guarda come si guarda una psicopatica.

Chissa' perche'.

sabato 8 aprile 2006

National body

Quanto conta ancora la nazione? Piu' di quanto si pensi. Questo e' vero soprattutto per le donne, alle quali lo stato associa la funzione fondamentale di riproduttrici dei futuri cittadini. Essere investite di questa funzione simbolica comporta pero' un notevole controllo da parte dello stato stesso sui "reproductive rights" delle donne ed in particolare di donne potenziali produttrici di cittadini che non sono molto ben accetti, qui negli States: nativi americani, emigranti, afroamericani.

Negli States sono molto pragmatici, risolvono il problema alla radice. Come spiega questo interessante libro, negli anni 70 il governo prese la decisione di sostenere i costi della sterilizzazione di donne (in particolare native americane) a carico di Indian Health Services. Ora, peccato che siano state compiuti sistematici abusi della procedura di sterilizzazione, per cui raramente alle donne veniva chiesto il consenso infomato e spesso se gia' erano ospedalizzate per altri motivi, ne approfittavano per sterilizzarle. Via le tonsille? Via anche l'utero!

La componente razzista e' evidente: le native erano sterilizzate ad un tasso doppio rispetto alle donne bianche.

Non paghi di sterilizzare a loro insaputa queste donne, decisero anche di promuovere presso la comunita' dei nativi americani l'utilizzo di contraccettivi a lungo termine, in particolare il Depoprovera ed il Norplant. Questi due contraccettivi sono somministrati l'uno, con iniezioni che devono essere fatte da personale medico, e l'altro con un mini impianto che deve essere inserito e tolto sempre da personale medico. Peccato che questi 2 contraccettivi, approvati dalla FDA, siano piuttosto pericolosi.* Durante la sperimentazione (ed anche in seguito all'approvazione) moltissime donne svilupparono cancro all'utero, cancro al seno, cancro alla cervice. Molte ne morirono, ma la FDA e l'Organizzazione Mondiale della Sanita' non ci trovarono nulla di strano.

Il vantaggio di questi contraccettivi, spesso presentati come unica opzione possibile per queste donne, e' di essere poco costosi e soprattutto di essere " provider dependent" per cui una donna non puo' decidere da se' di smettere di prenderli, in particolare il Norplant, essendo un impianto sotto pelle non puo' essere rimosso se non da un medico.

Sebbene gli abusi legati alla sterilizzazione siano stati scoperti, lo stato continua ad incoraggiare le donne di determinati gruppi etnici ad utilizzare esclusivamente Depo e Norplant. Inoltre, l'uso di questi contraccettivi viene legato all'aborto. In North Carolina, infatti, quando una donna abortisce grazie al fondo statale per gli aborti (che finanzia gli aborti di donne povere a carico di quel poco di sanita' pubblica che c'e' qui) e' poi tenuta a usare il Norplant. (Legge del 1993).

Non paghi di intervenire pesantemente sulle scelte legate alla contraccezione, si e' anche deciso di colpevolizzare chi ricorre all'aborto. In Canada, nel 1992, (in un ospedale che serve prevalentemente donne Inuit) alle donne che decidevano di ricorrere all'aborto veniva somministrata come anestesia una bella aspirina. E basta. Cosi' impari. Nel 1992.

Ora, perche' tutto questo? Il National body deve rimanenre "puro" e gli immigrati e le minoranze etniche in generale in quanto mediamente poveri sono spesso rappresentati come parassiti che mettono le mani sulle risorse naturali ed economiche dello stato. La logica conseguenza di questa visione delle cose e' l'attivazione di una politica che mira a limitare la crescita di questi gruppi etnici. Ma non si chiamava genocidio?


* Entrambi sono correntemente somministrati. Ufficialmente non vengono considerati pericolosi.
** Dati sulla sterilizzazione qui

venerdì 7 aprile 2006

La linea del Muffin


muffins
Originally uploaded by Shabbetay.
I muffins qui rappresentati sono carini, nevvero? Ma quanto e' carino quello in fondo messo quasi "in piedi"? Bello eh? Ora concentrate la vostra attenzione sullo stacco tra il tronchetto del muffin e la bella cupoletta cicciosa.

Adesso voglio che immaginiate di far indossare a qual muffin un paio di pantaloni a vita leggermente bassa. Fatto? Ecco, quel muffin sono io, la cui vitina di vespa e' ormai circondata da gioiosi cordolini di ciccia.

Ma chi vuole assomigliare a un muffin?

Io no. Soprattutto dato che il Pucciu comincia a tastarmi come un maialino da latte da fare al forno.

Dunque, questo blog oggi pomeriggio va a correre. Ci viene anche il Pucciu, nostalgico dei tempi in cui correvo per fare la Stratorino ed il mio fisico era scolpito nella pietra.

Ma non temete per questa svolta salutista, dopo la corsa andiamo ad un wine tasting che annullera' in un istante gli effetti benefici della attivita' fisica.

Va bene fare sacrifici, ma il martirio non fa per noi.

giovedì 6 aprile 2006

Falsi Profeti

Come in tutte le epoche di crisi, falsi profeti e sedicenti messia spuntano come funghi. Pur ammonendovi, miei fedeli adepti, acciocchè non vi lasciate incantare da cotali impostori, vi segnalo questo giovane per l'originale intraprendenza.

Prendere il bus a Cincinnati

Viviamo negli States e non abbiamo la macchina. Questa circostanza lascia basiti gli amici americani per cui senza macchina sei tagliato fuori dalla vita e ci chiedono preoccupati come ci procuriamo il cibo.

"Camminare" e' una opzione che non considerano nemmeno. Camminare e' fare sport, dunque per fare il giro dell'isolato si mettono la tuta, le scarpe da ginnastica e via! una bella camminata di 5 minuti. Il Pucciu ha testimoniato riguardo a una giovane che si mette persino il reggiseno sportivo, per l'occasione. Come lo sa? Ci sono cose che ho scelto di non sapere.

Dunque, quando come ieri sera, decidiamo di fare i fichetti e ce ne scendiamo dalla nostra collina (eh, si la collina, sono torinese io, o vivo in collina o niente!) per andare a mangiare qui, prendiamo il bus.

Il bus e' lo specchio della societa' cincinnatese. Ci sono precisi rituali da rispettare. A parte pagare. Infatti, si sale sull'autobus e si saluta il conducente in modo affabile. Il conducente di solito e' afroamericano e risponde amabile al saluto. Poi, molto importante, se ti siedi vicino al conducente, devi essere pronto a conversarci. Insomma, un po' lo/la devi intrattenere. L'autobus e' la sua casa e tu come ospite gli devi rispetto.

Comincia il viaggio: se non ci sono intoppi, arrivi downtown bello diretto, tranquillo. Ma l'imprevisto e' li', dietro l'angolo. Al conducente viene fame? Che problema c'e', accosta davanti ad un terribile posto dispensatore di junk food e ti molla li', a motore acceso, per circa 15 minuti ad aspettare che si sfami, faccia pipi' o faccia 2 chiacchere con i camerieri. Il bello e' che nessuno dei passaggeri protesta, tutti tranquilli.

Notare anche la composizione etnica dell'insieme dei passaggeri, tutti afroamericani con pochissimi bianchi, per lo piu' studenti o solo poveracci malmessi. Una mia amica americana bianca mi ha detto che e' 10 anni che non prende l'autobus.

Succede anche che un passaggero non abbia la banconota da un dollaro o le monete per pagarsi il biglietto. Ancora una volta interviene il conducente che si appella ai passeggeri: colletta! Ogni passeggero se vuole tira fuori qualche moneta ed alla fine il dollaro viene fuori.

Arrivati a destinatione, altro rito di passaggio: si saluta ringraziando il conducente e gli si augura buona giornata/serata.
A quel punto, se la destinazione corrisponde al capolinea, il conducente, nell'attesa di ripartire, scende dall'autobus e si dedica a svariate attivita' sul ciglio della strada: cantare, intrattenere i passanti cianciando un po'.

Quello di ieri sera, lui, faceva tai-chi sul bordo del marciapiede.

A tratti questa citta' io la amo.

mercoledì 5 aprile 2006

Della finezza dell'American English

L'Inglese e' una lingua precisa. Una parola per tutto.

Trovo geniale questa distinzione tassonomica rivelatami dalla mia amica Kat:

Sugar daddy: dicesi "sugar daddy" uomo piu' vecchio di te, piu' danaroso, che tu donna ti spupazzi in modo da massimizzare la tua possibilita' di consumo di beni di qualunque genere e tipo.

Boy toy: dicesi "boy toy" ragazzo piu' giovane di te, molto attivo sessualmente che tu donna ti spupazzi in modo da massimizzare il tuo piacere fisico.

Io, questa lingua, non la imparero' mai davvero...
E poi, dove lo piazzo il Pucciu?
E ancora, esiste un corrispettivo in italiano?

Dilaniata dai dubbi, vado a fare colazione.

martedì 4 aprile 2006

Tutti coglioni?


Candidati italiani all'estero
Originally uploaded by Shabbetay.
Grazie al camerata Mirko, noi italiani residenti all’estero abbiamo il privilegio di votare comodamente da casa, spedendo le nostre schede elettorali per posta. In realtà, esercitare il proprio diritto di voto da qui è piu complicato di quello che sembra – ne sa qualcosa la femminista pasticciona che tutti conoscete. Se poi pensate che stando all’estero siamo almeno al riparo dalle fantascientifiche trovate elettorali degli ultimi tempi, riporto di seguito un estratto dall’opuscolo di Forza Italia, dalla sezione sulla qualità della televisione italiana visibile all’estero:
“Poco o nulla viene trasmesso da poter essere considerata informazione di pubblica utilita, ed è impossibile immaginare una televisione di stato mirata alla propaganda politica di una sola parte politica e cioè la Sinistra Comunista italiana. […] la maggioranza dei giornalisti RAI sono di parte politica e puntualmente tesserati ad un partito di sinistra…”
L’Italia è un paese dominato dalla sinistra comunista, nessun dubbio. Infatti, guardando il ventaglio di alternative elettorali che mi viene offerto, ecco le liste che trovo rappresentate:

L’Unione Prodi
UDC
Alternativa Indipendente Italiani all’Estero
Forza Italia
Lega Nord
Per l’Italia nel Mondo con Tremaglia
Movimento Sociale Fiamma Tricolore

Non stupisce la presenza di partiti di estrema destra, anche se mi interrogo sull’appeal all’estero della Lega Nord, tesa a valorizzare le tradizioni regionali “dei paesi e delle contrade”.
Vediamo se ho capito. La scelta elettorale, limitata per comodità ai partiti piu vicini ai sentimenti di noi emigranti italiani, offre – guarda caso – alternative praticamente solo a destra. Devo dedurne che lo strapotere dei comunisti in Italia è tale che non hanno bisogno di cercare di raggranellare voti anche all’estero. Non è forse così?

Dell’utilità delle pari opportunità

….e del femminismo in generale.

Un bel giorno di gennaio sono rientrata negli States dopo le vacanze di Natale in Italia. Naturalmente ho dovuto passare il controllo di sicurezza con impronte etc e rispondere alla solita sfilza di domande dell’addetto alla sicurezza. Dopo le domande di rito, l’imprevisto:
Ufficiale: “Allora, cosa fai qui a Cincinnati?”
Io: “Sono una studentessa iscritta ad un Master in Women’s Studies” [pensiero mio: ..brava Fede! hai capito la domanda, era facile!]
Ufficiale: “Ah, ma perché non ci sono i Men’s Studies?”
Io: [pensiero mio: ma complimenti! Sei solo il centomilionesimo che mi fa questa domanda del c****o! Ora mi fai andare a casa, che avrei fretta?] Comunque rispondo: “Men’s Studies è tutto il resto…”

Tutto questo per dire che c’è un certo scetticismo da parte di molti uomini e donne sull’utilità dei Women’s Studies, sul femminismo e sul lavoro di promozione delle pari opportunità, nel senso che per tanti le rivendicazioni femministe sono datate e non più necessarie, e nella percezione “dell’uomo della strada” l’emancipazione femminile - negli Stati Uniti come in Italia - viene considerata un dato di fatto. Sarebbe troppo lungo elencare i numerosi motivi che dimostrano la superficialità di questa affermazione e dunque mi limito a citare l’articolo Abusi meno gravi in contesto degradato relativo ad un caso di violenza sessuale che la mia amica Martina mi ha segnalato. Mi sembra chiaro che ci sia bisogno di lavorare ancora molto prima che delle sentenze cosi’ siano solo un lontano ricordo. Infatti, secondo me il messaggio che tutta la vicenda trasmette e’ che alla fine se questi due figuri hanno violentato una minorenne non era proprio tutta colpa loro, ma piuttosto delle condizioni sociali in cui vivevano. Che sara’ anche vero in parte, ma l’associazione povero=potenziale delinquente io la trovo pericolosa.
Insomma, non solo sei povero, ma sei pure, per natura, “cattivo”.

Se tanto mi da’ tanto, perché non prevedere un’aggravante a carico di facoltosi violentatori appartenenti alle classi elevate?

lunedì 3 aprile 2006

Mystical Sources


mystical source
Originally uploaded by Shabbetay.
Purtroppo non l'ho ancora assaggiata, ma sono curioso sugli effetti: estasi? Unio mystica? Deliri profetici? Poteri sovrannaturali? Magari soltanto una prodigiosa pisciata, degna del "Piccolo Diavolo"...

domenica 2 aprile 2006

Sirenette

La piccola Fede ieri notte era a casa da sola soletta perche' il Messiah se ne era andato in giro a spargere la sua novella (cioe' a gozzovigliare a casa di un suo profio). Tutto ad un tratto, partono le sirene di allarme per il maltempo (tornado) che ricordano simpaticamente le sirene di allarme dei bombardamenti. E che cosa fa la nostra eroina?

Con un sangue freddo invidiabile accende la tele per avere lumi e indicazioni, sapendo che sicuramente ci sara' una drammatica "breaking news" sul maltempo.

Infatti: "...ma se siete a Cincinnati e sentite le sirene non vi preoccupate, non sta arrivando il tornado, e' solo per dirvi che c'e' una quasi forse possibile allerta per un forse quasi probabile tornado. Pero' magari state lontani dalle finestre che possono spaccarsi per il vento e non uscite di casa."

"Ma allora siete str***i! " reagisce lei poco elegantemente. In seguito, per riprendersi dallo shock, le tocca cimpare un bicchiere di vino bianco, assaporando il momento in cui colpevolizzera' e cazziera' il Pucciu- Messiah perche' lui non c'era nel momento del bisogno.

La vita e' fatta di piccoli piaceri.

Corpi estranei

It is cool to be italian e soprattutto e' cool avere un visto....In questi giorni in tutti gli Stati Uniti si susseguono manifestazioni di protesta da parte di immigrati, soprattutto appartenenti alla comunità ispanica. L’ultima ha avuto luogo a New York ieri e vi hanno partecipato alcune migliaia di immigrati. Il motivo della mobilitazione è il discusso
Bill on Immigration HR 4437 Se questo Bill passasse così come è anche al Senato l’immigrazione illegale sarebbe gravemente criminalizzata e, tra le altre cose, verrebbe criminalizzato chi aiuta in qualche modo, sia pure per ragioni umanitarie, gli immigrati undocumented. Per esempio, il pastore di una chiesa che distribuisce pasti agli immigrati illegali diventerebbe colpevole di favoreggiamento dell’immigrazione illegale.

Questa è l’aria che tira. Gli immigrati sono costantemente presentati come parassiti, sottolinenando il fatto che vengono negli Stati Uniti per mettere le mani sul sistema sanitario e sul welfare americano (che notoriamente offre agli americani stessi una gamma di servizi davvero invidiabile!). Nel 1994 lo stato della California votò la
Proposizione 187 , in base alla quale non sarebbe stato possibile offrire alcun servizio pubblico (dall’educazione alle cure mediche) a nessun individuo se non chiaramente identificato come immigrato legale o cittadino americano. Fortunatamente la proposizione venne poi dichiarata incostituzionale, ma quello che più fa effetto è l’irrazionalità di tutto il discorso anti-immigrazione che di fatto si basa sulla “paura dell’immigrato”: l’immigrazione diventa una minaccia per il tessuto sociale americano stesso.

Infine, dell’immigrazione vengono costantemente presentati i costi e mai i benefici che ne traggono coloro che di fatto sfruttano il lavoro quasi gratis offerto dagli immigrati illegali. Per il movimento femminista (eh..sono sempre una studentessa in Women’s Studies…) quello che è particolarmente problematico è che lo sfruttamento del lavoro delle donne immigrate illegali come tate o colf sembra essere la precondizione per alcune americane per restare sul mercato del lavoro. Dunque, l’emancipazione delle une si basa sulla oppressione delle altre. Inoltre, questo fatto indica che malgrado l’ingresso delle donne americane nel mercato del lavoro non c’è stata una redistribuzione delle responsabilità domestiche tra uomini e donne. Dunque, la responsabilità di tutto cio' che attiene alla sfera domestica viene semplicemente trasferita da una donna ad un’altra, rinforzando così la tradizionale divisione dei ruoli tra uomini e donne.

sabato 1 aprile 2006

Io sono pronta

Lo abbiamo fatto. Non paghi di scannarci tra le quattro pareti su fondamentali aspetti della nostra vita insieme quali quando accendere/spegnere la luce, cosa cucinare e chi cucina meglio ed il fatto che mangio quanto lui (ma lui infame quando fa i piatti mi fa le porzioni piu' piccole), ora abbiamo un nuovo motivo di lite.

Il Blog. Meraviglioso.

Sono pronta a incasinarglielo, come peraltro ogni aspetto della sua vita e della mia. Mi sento particolarmente in forma, dato che negli ultimi 10 giorni ho: esaurito e mandato in rosso il mio conto in banca, dimenticato di produrre documenti ufficiali importanti per la mia ammissione ad una summer school e gufato sul fatto che forse il nostro padrone di casa vuole vendere la casa (naturalmente ho avuto ragione). Ma e' con un certo rimpianto che ammetto di non essere stata io a far cadere il cellulare nella tazza del cesso di Tiffany a NY la settimana scorsa....peccato.

Comunque, adesso, dopo che il Pucciu-Messiah ha coperto il mio conto, e il padrone di casa ci ha comunicato che non dovremo dormire sotto un ponte di Cincinnati, sono pronta a ricominciare con rinnovato entusiasmo!

Ultima questione: "cronache unte", il titolo scelto dal Pucciu. Ci sono ben 2 motivi, che verranno svelati a tempo debito da Lui in persona. Non dico altro. Non voglio rovinare la suspence.

It's cool to be Italian (?)

Essere italiani, almeno qui negli States, fa figo.
A molti di noi sembrerà inspiegabile, ma le cose stanno proprio così. I miei alunni maschi studiano l'italiano perchè - parole loro - "chicks like it". Molti dicono di essere incantati semplicemente dalla musicalità delle parole: pare che sia un piacere sentirci parlare, forse soprattutto per chi non capisce quello che diciamo. Mi è persino capitato di intavolare una discussione sulla "coolness" della erre moscia, quasi che uno la pronunciasse così apposta...
Lingua a parte, esiste un non ben identificato Italian lifestyle che mantiene - nostro malgrado - un'aura di fascino irresistibile. Gli italiani sanno godersi la vita, dicono. Mi sento in dovere di incoraggiare questo stereotipo positivo, quindi credo che oggi eviterò di sbrigare tutto il lavoro che dovrei per dedicarmi invece alla cucina ed alla Final Four NCAA.

Eccoci qua!

Ciao amici!
Nessuna pretesa di essere letti, nè di raccontare cose interessanti. Vogliamo dimostrare quanto siamo fighi? Suvvia, stiamo nel Midwest...
Perchè scrivere, allora? Perchè mi dicono che tenere un blog è più semplice che scrivere e-mail chilometriche per tenersi in contatto con gli amici. Tutto qua. Noi raccontiamo la nostra, voi dite la vostra. Così magari ci sentiamo un po' meno lontani.
Benvenuti a tutti!

P.S. Sarà un caso che ci siamo decisi ad aprire un blog proprio il 1 Aprile?