mercoledì 28 settembre 2011

Works in progress


Dopo il pippone femminista, ci va un po' di sano riposo e "banali cavoli nostri", ma articolati per vostro sollazzo in diverse categorie. Tenetevi forte, che c'e' roba grossa.

Ombelico: la panza (quella a righe) cresce, raggiungendo i 93 cm di circonconferenza. Ehi, almeno un 90 delle misure auree 90-60-90 l'ho raggiunto. Mai cosi' vicina, mai cosi' lontana. La squatter deve essere griffata Nike, che ultimamente le sue evoluzioni seguono chiaramente la dinamica del famoso swoosh. Bizzarro.

Arts and crafts: si lavora a maglia copertina verde acqua, anche se vira al celeste - e vogliamo ben scardinare gli stereotipi di genere che ci impone questa malefica societa' patriarcale etc etc- la squatter copertina e' intessuta di amorose attenzioni della creatrice (io) e delle imprecazioni del Pucciu sul prezzo dei gomitoli di lana. Che va beh, sara' squatter, ma avra' almeno la copertina misto angora. A pensarci bene, con anche il tappeto in pelo di agnello comprato per lei, la poverina sara' ricoperta di peli bianchi da mane a sera. Potremmo portarla a lavorare al circo pubblicizzandola come l'abominevole bambina delle nevi.

Sport: il Pucciu ha corso per beneficenza una 5 km. La sua prima dichiarazione dopo la performance, peraltro piuttosto veloce, e' stata: "Ho voglia di vomitare".

"Sport": per non esser da meno di cotanto Apollo muscoloso, non solo vado di tapis roulant come un criceto sotto cocaina - lentissima ma in salita - ma frequento anche un corso di Hatha Yoga, tutto per forse resistere un minuto in piu' prima di aggredire fisicamente l'ostetrica durante il parto e pregare che qualcuno mi pianti l'ago dell'epidurale nella schiena il prima possibile.

Trasgressione: sono diventata una drogata delle storie romanzate via radio. Sto seguendo i podcast della BBC di Life and Fate, ambientato in Russia. C'e' la neve, la guerra, tutti bevono te, quasi tutti hanno l'amante, qualcuno muore. Misteriosamente, nessuno ha l'accento russo.

#perchepoilavitafinisce: programmato week end a NY City, che costituira' la terza e speriamo non ultima tappa del viaggio di nozze. Al solito, sappiamo dove mangeremo - sicuramente i noodles cinesi fatti a mano in un banchetto sotto un ponte, ma non ho capito quale. Il Pucciu dice che lo sa lui; sara' un diabolico trucco per abbondonarmi a Ny.

domenica 18 settembre 2011

It's all about plastic



Non e' mesmerizzante questa copertina? e' peraltro un' astuta trappola per parlare di cose "quasi femministe". Ma si parla di t*tte, quindi lettori maschi, rimanete, se ci siete.

In questa rutilante settimana, che ci ha visti fuori a cena tre sere alla settimana, impegnati in ecografie, sferruzzamenti e letture di scarnificazioni rituali nella Sun Dance dei Sioux (siamo gente di mondo, che volete), abbiamo trovato il tempo di partecipare alla settimanale conferenza in campus, chiamata Common Hour. Un'ora in cui relatori vari discutono diversi argomenti, e alla quale tutta la comunita' del college, attirata da pizza e mele gratis, dovrebbe partecipare.

Questa settimana, si parlava di Plastica: t*tte e carte di credito, che e' un tema che per quanto di nicchia, da' uno spaccato della societa' americana e della folle tendenza all'indebitamento che si respira qui negli USA e mi sa pure un po' in Italia, almeno negli ultimi anni. Dunque, dal 1997 al 2009, le procedure di chirurgia plastica - a fini estetici - negli USA sono aumentate del 147%, con in testa procedure come iniezioni di botox, aumento del seno, riduzione del seno e liposuzione. Il 90% delle procedure sono state fatte a donne, principalmente bianche.

Naturalmente e' stato tutto allegramente medicalizzato, non e' che si hanno, che so, le t*tte che cascano perche' si sono avuti bambini, si ha una certa eta' etc etc. No, e' una patologia del seno.

Cioe' la forza di gravita' diventa una patologia. Sapevatelo.

Notare che aumentano anche le procedure a fini puramente estetici rivolte a bambini. Perche' se tuo figlio/a e' una cozzetta, vuoi non fargli la plastica prima che vada a scuola, dove i compagnetti lo/la potrebbero bulleggiare?

Ora, la cosa interessante/spaventosa, e' che le statistiche dicono che non sono i ricchi e famosi che costituiscono la maggioranza dei pazienti, ma gente che ha un reddito compreso tra i 30.000 ed i 60.000 dollari, quindi o classe (appena) media, o gente che fatica a tirare avanti con lo stipendio minimo. Gente che e' stata duramente colpita dalla crisi economica, gente che chissa' se ha un'assicurazione sanitaria.

Inoltre, grazie ad una selvaggia liberalizzazione del mercato finanziario, ci sono specifici finanziamenti e carte di credito per cure mediche che vengono erogati a chicchessia da lungimiranti societa' con tassi che raggiungono il 30%. Capace che paghi un intervento di plastica al seno (8 000 dollari) fino a 16 ooo dollari se manchi qualche pagamento. Che se io avessi un debito cosi' su un reddito di 30.000 dollari annui, piuttosto venderei un rene. Del Pucciu, ovviamente.

Anyway, cio' porta ad alcune considerazioni:

a) La chirurgia viene anche promossa cooptando argomenti pseudo femministi, tipo che se cambi il tuo corpo e le forgi, e' una cosa "empowering" e che il botox ti da' "liberta' di espressione". Mi spiace, e' molto piu' complesso di cosi'.





b) Voglio investire in quei fondi che finanziano questi interventi, perche' cari miei, non c'e' crisi che tenga. Altro che investimenti etici e super responsabili. Aiutiamo Pinca a farsi le t*tte grosse, e poi peccato se muore giovane di qualche malattia che non si e' potuta curare per via di scarse risorse economiche e della mancanza di copertura sanitaria universale: it's the market, babe.

c) Abbiamo fatto l'ecografia super dettagliata alla squatter che da parte sua se ne fregava allegramente prendendo a calci l'ecografo davanti a due genitori - noi- quasi emozionati ed inteneriti finche' dall'orripilante fangosa immagine 3D emerge un naso. Naso a patata. E all'unisono ci diciamo: ma quel naso non ce l'ha nessuno nella MIA famiglia! Poi un sospiro di sollievo.

Finche' c'e' chirurgia c'e' speranza.

lunedì 12 settembre 2011

Move on

Move on per questo paese: e' passato un altro 11 settembre e continua a venirmi in mente Arundhati Roy, che scrisse che l'11 settembre 2001 e' un amarissimo Welcome to the world rivolto agli americani.

Since it is September 11 that we're talking about, perhaps it's in the fitness of things that we remember what that date means, not only to those who lost their loved ones in America last year, but to those in other parts of the world to whom that date has long held significance. This historical dredging is not offered as an accusation or a provocation. But just to share the grief of history. To thin the mist a little. To say to the citizens of America, in the gentlest, most human way: welcome to the world.


Move on anche per noi, nel nostro micrococosmo, dopo due giornate traumatizzanti di shopping tra centri commerciali ed Ikea. Gli highlights dello shopping mio sono stati reggipetti per la maternita' che aspirano ad essere a collo alto, tanta pelle coprono, e jeans con fasce porta panza che mi arrivano praticamente alle ascelle. Verrebbe da aprire un capitolo sulla sexytudine (ed il sesso) in gravidanza, ma mi rendo conto che questi articoli di abbigliamento non ispirino granche'.

Su Ikea, glissiamo. Sempre tatamizzati, almeno fino ad ottobre, ma almeno abbiamo un bellissimo tappeto di pelle di agnello, che combinato al Boppy ha permesso al Pucciu di impersonare in modo abbastanza credibile Falkor, il drago peloso della Storia Infinita.

Move on per cancellare il trauma di essere andati da Mc Diavolo in preda alla disperazione dopo Ikea, chiedendo perdono alla squatter, finora abituata a frutta e verdura super bio ed etica coltivata con amore dagli Amish. La vita e' dura, piccola squatter, non si puo' essere sempre politically correct/radical/chic/foodie/snob, a volte bisogna tapparsi il naso ed immergersi nello strutto.

E dopo questa espiazione collettiva, direi che possiamo iniziare la settimana, tutti piu' leggeri.

martedì 6 settembre 2011

Meta'

Cara squatter siamo a meta'.

Arrivati a questo punto, abbiamo capito alcune cose fondamentali: la cucina Thai e la cyclette non sono di tuo gradimento e dai calci solo ed esclusivamente a tuo piacimento.

Continua cosi': ti vogliamo cazzuta ed indipendente.

Sappi comunque che per non sbagliare io gia' ti incolpo di (quasi) ogni crimine. Vorrai ben avere qualche scusa per andare da uno psicanalista da grande, no? E allora portiamoci avanti e togliamoci il pensiero.

Come da accordi, il tuo trattamento di pensione completa continuera' fino a data da definirsi - ricorda comunque che non siamo elefanti .

domenica 4 settembre 2011

La vita in Pennsylvania

Interessante mostra e colloquio con questo giovane artista, che non si era accorto che quasi tutte le ombre dei suoi quadri di fatto sono a sinistra del soggetto, finche' qualcuno non glielo ha fatto notare dal pubblico chiedendogli il significato della cosa. La chiaccherata mi ha fatto venire in mente quando a scuola si leggeva la Divina Commedia, e il prof diceva: ecco, Dante qui voleva intendere che blah blah blah ed io pensavo che magari Dante in quel momento aveva solo voglia di finire la pagina e trac, magari la parola su cui ci noi ci si arrovellava per ore lui l'aveva buttata la' cosi', al volo. Chissa'.

Notion, 2009 Von Sumner


(non) prese di coscienza:

Fede, lo sai che qui dispregiativamente gli italomaericani sono chiamati Guidos?
Si, amore, lo so, tra l'altro la squatter nascera' qui, quindi sara' italo americana
Ma no, figurati! Non e' italo americana.
Ma scusa, nata negli USA, con passaporto anche italiano, italiana americana, quindi italo americana!
Fede, lascia perdere, e' un'altra cosa!
......

Vertigini per conto terzi sul cantiere di 9/11



NY Times Magazine, 4 settembre 2011


La tecnologia in classe
- non e' poi detto che sia una mano santa

Il gatto del Rabbino la sapeva lunga



In conclusione, c'e' vita oltre l'ombelico.




giovedì 1 settembre 2011

Come September

Immagine presa qui


Ci siamo: il primo settembre e’ il vero, unico e molto meno spiacevole Capodanno che ci sia. E’ tutto nuovo, crisp, croccante, come dicono qui. Splende il sole, gli alberi cominciano a colorire, la gente ti saluta per la strada, girano gli scuolabus, i ginkgo biloba cominciano a puzzare alla grande, insomma, autunno negli USA.

Dunque, ho provato a dire al Pucciu con tono nostalgico da ultimo desiderio #primachelavitafinisca*: Pucciu, ad Ottobre portami a vedere il foliage in Vermont. Nada. Irremovibile. Il tapino non si ricorda che uno dei consigli del Kamasutra era di portare le donne a vedere il foliage per attrarle poi nel proprio letto.

Ogni lasciata e’ persa, Puccetto.


Anyway, al primo settembre:

Viviamo sempre senza tavoli, sedie, nulla, se non un materasso buttato per terra e un tappeto su cui sediamo per mangiare su scatole di cartone. Frugal minimal ethical chic (e freak)? No, per questioni logistiche lunghe da spiegare, Ikea pare ancora un miraggio.

Tuttavia, abbiamo il fondamentale abbonamento al NY Times della domenica – mia droga, mia gioia - e anche 50 pannolini lavabili pieghevoli che se volessimo aprirli tutti ci coprirebbero la superficie della casa tipo moquette. Abbiamo anche un sacco nanna/sarcofago per mummificare la squatter appena nata; mia sorella quando l’ha visto stava per piangere accusandomi di crudelta’.

Io dico: a’ la guerre comme a’ la guerre.

Il Pucciu comincia oggi ufficialmente la sua carriera accademica, dopo notte di tregenda nel mezzo della quale gli ho ceduto il Boppy sperando di farlo dormire tranquillo.

Sono ufficialmente una casalinga. Con degli standard. Rigorosamente bassi, del tipo: puliamo tutto se no ci viene la peste. Causa natura del mio visto, non posso lavorare e sfregandomi le mani pensavo di poter seguire corsi gratis all’Universita’, come facevo a Cincinnati, dilettandomi con saggi sui piedi fasciati delle donne cinesi etc etc. Salta invece fuori che posso seguire dei corsi, ma solo maledetti corsi di contabilita’ (imparare a contare alla mia eta’, no grazie) o corsi su come trattare i vecchietti.

Indi per cui, casalinga disperata sono. Ovviamente a livello pezzaro come al solito e invece di casalinghe eleganti e raffinate e nevrasteniche, i miei vicini sono dei vivaci garagisti appassionati ascoltatori di musica latino-americana. So long Mozart e musicoterapia adeguata alla squatter. Questa mi nasce ancheggiando e fischiettando la samba.

E allora, come September, e vedremo che faremo di te.

* sono cosi’ taggate le richieste, i capricci, gli ordini, le imposizioni e piu’ in generale le attivita’ (motivate, ma preferibilmente pazze e lunatiche) da fare prima della nascita della squatter. La definizione e’ courtesy di conoscenti/estranei/passanti dotati di figli e ancora inconsapevoli della gravidanza ma ben decisi a farti capire che POI e’ tutto finito.