venerdì 23 dicembre 2011

So, this is Christmas

Lo spirito natalizio e' alto, malgrado il Pucciu che rimirando le mie decorazioni natalizie a forma di stella, fatte con i legnetti raccolti quando mi porta a pascolare al parco esclami: Belle Fede, sono le stelle delle brigate rosse?

Domani sera celebriamo Hanukkah con amici, e la spesa per il nostro brunch del 25 e cena del 25 e' fatta, rigorosamente noi due, un enorme cheesecake di castagne, un'insalata con il caprino e altro che non mi sovviene, a meno che il suddetto Pucciu non trovi un modo per vedere gratis le partite NBA e a quel punto, saro' sola mentre lui si fara' venire le piaghe da decubito sul divano.

Siamo invasi da pacchi inviati dai miei. Le istruzioni erano: niente per la squatter e un libro per me.
Se ne sono fottuti.

Il paesello risuona di canzoni natalizie, la squatter squatta, io mi sogno il parto tutte le notti e in biblioteca mi sono presa i grandi classici da leggere durante queste ultime settimane di liberta'.

Insomma, peace and love a tutti e tutte, anche quest'anno ce l'abbiamo fatta.

giovedì 15 dicembre 2011

Ce la possiamo fare (?)

Arrendiamoci all'evidenza. Potrei cianciare, ancora, forse di robe femministe, di articoli letti sul Ny times, di ricette di cucina da provare, di pensieri profondissimi che mi frullano per la testa, ma la verita' e' che al momento siamo completamente squatterizzati.

Anzi, no, con un ultimo guizzo da casalinga disperata vi suggerisco di provare queste ottime frittelle di porri, tratte da Plenty, di Yotam Ottolenghi , che sono rientrate negli esperimenti culinari di #primachelavitafinisca e cioe' prima che la squatter ci riduca a mangiare pasta in bianco in piedi appoggiati al bancone della cucina.

immagine presa qui


E ora cadiamo voluttuosamente nel gorgo della maternita' (e della paternita').

Io dipendo fisicamente dal sonnellino pomeridiano che e' come quegli uomini ombrosi e str*nzi che sai che ti faranno male, ma non puoi farne senza. Perche' io odio il sonnellino pomeridiano, con tanto di bavetta sul cuscino. Mi sveglio rincoglionita ed inferocita, ma se non lo facessi, date le notti travagliate che neanche il Boppy riesce a migliorare, il Pucciu mi butterebbe fuori di casa.

La panza fa le onde, e la squatter si gode queste ultime settimane in piscina, mentre noi facciamo le ultime commissioni tipo la spazzolina morbida, le forbicine, il termometro, la camicia da notte per me per l'ospedale: ben sapendo che saro' gonfia ed imbottita contro perdite di vari fluidi corporei, sono andata su un sobrio nero.

Errore! Mia madre sostiene che ci andava bianca o almeno pastello. Io volevo sfinarmi e darmi una botta di vita, ma no, ho sbagliato. Mi salvo sull'accappatoio, che e' bianco. L'accappatoio serve per la Jacuzzi, perche' se voglio, per il travaglio posso avere la Jacuzzi, e da casa mi posso portare il mattarello, che il Pucciu dovrebbe usare per massaggiarmi la schiena, ma che, come sappiamo tutti, usera' come arma contundente per stendermi quando si stufera' di tutta la faccenda e si infilera' lui nella Jacuzzi a rilassarsi con un bicchiere di vino e un sigaro.

Sempre se non si fa narcotizzare prima di me, ma vedremo.

Il corso preparto ci ha donato delle perle: il Pucciu che indossato l'empathy belly dopo 3 minuti accusava mal di schiena e girava allegramente per la stanza con il cicciobello rosa - nostra figlia - sotto braccio come una baguette, ed infine un Pucciu che canalizzata una doula, mi faceva accasciare su una birthing ball per provare le posizioni per il parto.

Pero' e' un mago dello swaddling, che sapevatelo, qui i bambini vanno fasciati come tacos, nonche' un uomo la cui vita e' cambiata dopo il corso di allattamento al seno, che lo ha addirittura galvanizzato.


Bambino fasciato - Immagine presa qui

Per il resto, siamo due genitori degeneri: cantiamo ogni tanto de Andre' alla bambina, ma mica sempre, non le declamiamo passi scelti di autori colti, e la chiamiamo "culona" (ma solo perche' lo e'), siamo drammaticamente indietro con le tutine e stiamo seriamente pensando di avvolgerla in strofinacci dell'Ik*a e di far passare la cosa con un "in Italia si usa cosi'", anzi in Svezia, che la' sono all'avanguardia sulle cose da bambinetti.

Comunque, c'e' luce al fondo del tunnel: dopo l'epico ordine delle tutine avremo finito tutte le commissioni fondamentali e avremo almeno un mese di tregua, durante il quale partoriro' (metaforicamente) profonde e sofisticate riflessioni femministe.

Credo.

giovedì 8 dicembre 2011

Waiting for a squatter

Abbiamo devotamente divorato e digerito il tacchino di Thanksgiving ed il giorno dopo (25 novembre) il sindaco della nostra ridente cittadina, su una gru, affiancato da Babbo Natale augurava a tutti Buon Natale, Buone Vacanze e Buon Anno! E si e' levato il fastidio. Ci mancava Buona Pasqua, ed eravamo a posto.

Parte del "sistema c*letto" della squatter

Noi, a questo punto, a 33 settimane, cominciamo a fare il countdown per l'arrivo della squatter, che culminera' sabato con corso prenatale intensivo di 8 ore e martedi' prossimo con corsetto su allattamento al seno a cui partecipera' anche il Pucciu, che si chiede ancora come ha potuto dirmi di si.

Squatter etno-flashdance: scaldagambe e scarpettine kimono, ma somigliano a dei ravioli

La panza e' ormai argomento di conversazione: all'incontro con un astrologo elogiato da Rob Brezny, il vate di Internazionale, una signora mi chiede se voglio andare a farmi firmare il libro del suddetto prima di lei, che "magari partorisci" (in 5 minuti che aspetto?)

Per un attimo ho accarezzato l'idea di dare alla luce la squatter tra erbe ed incensi con l'assistenza di un astrologo che vive a Cuzco, la resident witch e l'insegnante di Yoga Kundalini.

Poi mi sono immaginata lo scientificissimo Pucciu (che studia misticismo ebraico!!!!) morirne di crepacuore. Uff, non si puo' mai fare niente di divertente.

Squatter bon chic bon genre: sara' una yankee sbracata, ma lavoriamo sulle apparenze (In Threes, su Ravelry)

Naturalmente mi lamento a morte del fatto di essere una casalinga disperata e pure indaffarata, con un Pucciu che mi fa: beh, e' la vita che ho fatto io per anni, quando tu lavoravi fuori casa, non facevi un c*zzo come lavori domestici e adesso tocca a te, malefica pasticciona; tutto cio' ha di buono che ora il Pucciu e' un accesissimo sostenitore della retribuzione per il lavoro domestico.

Un femminista in piu' val bene qualche tempo di casalinghitudine.

Squatter in azzurro: gli stereotipi di genere ci fanno un baffo (puerperium cardigan, su Ravelry)

All'insegna del "usiamo il tempo per imparare qualcosa di nuovo" mi sono data alla calza. La squatter come vestitini e' ancora praticamente in mutande e pannolino, ma sulla maglieria siamo a cavallo.
Ravelry e le spiegazioni su You Tube sono la mia droga.

L'ordine delle squatter-tutine e' ancora un work in progress: dopo aver notato che i body sono pure quelli della N*stle' mi sono scazzata e mi sono buttata su un guardaroba all'insegna del "less is more" ma organic ed equo.

Poi ho fatto due conti e mi son detta che dopo tutto la squatter se e' squatter puo' pure tollerare un mix di radical-ethic-chic e di sano usato comprato su Ebay. Inoltre, le aste mi esaltano.

Quando poi stendi 50 pannolini prefolded lavabili (le faranno il sedere grosso, ma va beh) vai al colloquio con una potenziale pediatra, provi sul Pucciu la super fascia (ficherrima) e cerchi il passeggino per portare in giro le piccole terga della mini debosciata, ti rendi conto che qualcosa e' proprio tanto cambiato. E siamo solo all'inizio.

martedì 22 novembre 2011

Spiriti femministi e squatter prodigio


Quando ero piccola una prozia ci raccontava le sedute spiritiche che faceva ogni tanto, per cui da Torino alla campagna si portava dietro il tavolino a 3 gambe e poi, a volte con mia madre ragazzina, faceva sedute. Il frisson vero non era l'eventuale partecipazione degli spiriti, ma la possibilita' di essere scoperte dal mio bisnonno, che avrebbe in tal caso fatto volare tavolino, prozia, mia madre, ed anche eventuali spiriti fuori dalla finestra. L'occultismo non era proprio mainstream nella provincia di Alessandria degli anni 60-70.

La prozia era anche ferrata sui tarocchi: nei giri di tarocchi che ci faceva da ragazzine eravamo sempre piene di uomini "a cavallo" che stavano sempre per arrivare: roba che se fosse stato vero adesso come adesso avremmo un harem e una bella scuderia. Pero' su alcune cose ci beccava.


La nascita della squatter e' stata preannunciata a mia madre da un signore veggente che gira per la citta' fermando la gente e dicendo loro cose; mia madre era pure scazzata perche' avrebbe preferito qualche anticipazione piu' succosa, magari su eventuali fidanzati.

Infine, per rimanere nell'ambito occultista, l'ultimo progettino imprenditoriale elaborato su skype con un'amica e' il lancio della carriera della mini squatter come prodigio a' la polpo Paul. Se un polpo poteva predire delle cose, perche' la squatter no? Mettiamo a frutto questi vigorosi calcetti e gomitate!

Dato questo variegato retroterra (che e' solo la punta dell'iceberg, credetemi) e' appena ovvio che io sia rimasta entusiasta quando durante il corso sulla spiritualita' in America che seguo all'universita' abbiamo affrontato lo spiritualismo, riconosciuto come religione qui negli States nel diciannovesimo secolo. Una religione, che TA DAH, ha dato la possibilita' alle donne - che costituivano la maggior parte delle medium - di parlare in pubblico liberamente (sia pure canalizzando uno spirito) davanti a audiences miste.

Molti di coloro che aderivano al movimento del suffragio universale e abolizionisti abbracciarono con grande entusiasmo lo spiritualismo, che promuoveva una cultura piu' paritaria a favore delle donne e in generale di chi era emarginato. Gli stessi messaggi dagli spiriti erano piuttosto progressisti.

Certo, c'era qualche truffa e qualche inganno, ma nessuno e' perfetto.

Uno dei centri piu' interessanti dello spiritualismo in America resta Lily Dale, dove vivono numerosissimi medium certificati che soprattutto in estate accolgono torme di persone per dei consulti e dove vivi e morti a quanto pare comunicano tra loro senza fare un plisse'.

Io proponevo Lily Dale come meta per una gitarella, ma il cabbalista mi ha cassata. Peccato, potevamo fare la' il lancio promozionale della squatter-polpo.

giovedì 17 novembre 2011

1 isola, 1 cefalo e il 99% - NY Take three

E poi basta cosi', che ormai e' quasi un mese che siamo tornati da NY. Ma la neve prima, gloriose giornate autunnali dopo e i ritmi da bradipa panzona mi hanno rallentato anche i pochi neuroni che cozzano indiscriminatamente nella mia testa.

Allora, siccome come gia' anticipato eravamo in uno scrauso B&B ad Harlem, abbiamo deciso di andare verso nord, ed esplorare la parte italiana del Bronx che al contrario di Little Italy a Manhattan, mantiene un po' di autenticita'.

Abbiamo sniffato profumo di pane vero, ammirato salami e conigli in vetrina, e fatto un merendino rigeneratore a suon di cannoli da De Lillo, che sapevatelo, e' "rated" da Zagat.

Il Pucciu, povero accademico ingenuo rivolge lo sguardo al maxischermo del locale, dove imperversa sul canale Rai per l'estero Mara Venier e mi fa: certo che poverini gli italiani all'estero, loro, si beccano ancora la Venier.

Non ho avuto cuore di dirgli la triste verita'.

Tra un pit stop e l'altro i tutti i possibili bagni del quartiere - ovviamente per colpa della squatter, che ultimamente ha imparato il trucco detto "del cefalo", per cui all'improvviso si deposita come un peso morto sulla mia vescica e da li' in poi sono tutti 'azzi miei a trovare un bagno nel giro di un nanosecondo - ci siamo spostati a City Island.

City Island e' un posto surreale. Un'isoletta di pescatori sonnolenta d'autunno, ma popolosa d'estate, a un'ora da Manhattan, una striscia lunga un km sul mare con una strada principale, silenziosa e semideserta, che ti porta dritto dritto da: Tony's Pier, che noi non andiamo da nessuna parte senza mangiare, se non si fosse capito. Posto di pesce peraltro definito "ghetto" dalle reviews che abbiamo letto che parlano di scene folli avvenute nel parcheggio del suddetto locale.

Ora mi spiego i cartelli ovunque sul non salire sui tavoli, e il non salire sui lavandini in bagno. Comunque sia, in un soleggiato lunedi' di ottobre, abbiamo dovuto cambattere solo con i gabbiani.

Occupy Wall Street ce lo siamo saltato per i soliti nobili motivi: non pit stop nei bagni, ma mal di schiena, quindi la squatter si profila come un po' borghese, che neppure l'abbiamo portata nel suo ambiente naturale, a squattare Zuccotti Park e a suonare i bonghi, che sono stati causa di disappunto dei vicini di casa degli occupanti.

Non li biasimo.


Tuttavia, questa squatterina ora credera' mica di essere parte dell'1%?

Che poi, ho qualche perplessita' su questo 99%, che e' un super calderone in cui mica siamo tutti uguali, con gli stessi problemi e con le stesse possibilita'... Ma va beh, forse ci andra' un prossimo pippone femminista sull'argomento.

(paura, eh!)

lunedì 24 ottobre 2011

NY quello che non ti aspetti-take two

History of The Cloisters
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Il mattino:

Ehi Pucciu, guarda l'alba che bella con i palazzi di Harlem sullo sfondo!
che c*zzo me ne frega, DORMIIIIII

La vita di coppia, anche nel corso di una terza tappa di viaggio di nozze, e' un abisso profondo, lasciatemelo dire.

Ed il resto:

Le cose che piu' mi colpiscono in un viaggio, in un'esperienza, sono quegli elementi incongrui, quelle cose che non ti aspetti, come per esempio i Cloisters, sezione del Metropolitan Museum aperto nel 1938, che racchiude elementi di 5 chiostri medievali, numerosi oggetti dell'epoca che privati vari si sono comprati nel corso del tempo.
Prendi la metro, scendi, costeggi il fiume e ta dah, sei nel Medioevo, con tanto di giardinello di erbe officinali. A 20 minuti dall'Empire State Building.


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Oppure ti trovi a vivere una bizzarra esperienza a Coney Island, dove la nonnina rassicurante qui sotto puo' predirti il futuro,


dove ci sono "live freak shows" e se proprio ti va c'e' sempre il burlesque on the beach,



oppure ci si ritrova catapultati a Gerusalemme, tra ebrei ultraortodossi con torme di bambini e martellante musica hassidica che si divertono sulla ruota che in 89 anni non ha (ancora) fatto vittime



e la sera, nel mezzo di Sister Act, una madre degenere, versando virtuali lacrime di coccodrillo si lega sulla panza tre maglie sostenendo di proteggere una squatter da pericolosissime vibrazioni.

So long Mozart, Welcome Broadway!


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giovedì 20 ottobre 2011

Back to NY City -Take one

Per l'ultima tappa del viaggio di nozze prima che la squatter cali nelle nostre vite, e ci renda pasta frolla nelle sue minuscole diaboliche manine, siamo tornati a NY, luogo di molteplici misfatti, tra cui il nostro matrimonio.

Questa volta non ci siamo goduti la citta' camminando disinvoltamente su e giu' per Manhattan, dormendo la seconda notte di nozze in un letto con due cani e un uomo - ma era il Pucciu, eh! (Io ero gia' in aereo per l'Italia, facendomi di alcool e calmanti, ma sola). No, questa volta abbiamo girato la citta' ansimando su e giu' per le scale della metro, camminando come una papera, grattandomi la panza ogni due per tre e sognando di chiudermi nei bagni dei ristoranti non per farmi strisce di coca ma per ungermi la panza di olio di mandorle dolci tanto la pelle tirava dopo i pasti.

Insomma, se il Pucciu fosse andato in giro con una scimmia pulciosa al guinzaglio avrebbe fatto piu' bella figura.

Dalla nostra placida cittadina universitaria abbiamo preso il treno e siamo calati in citta', precisamente ad Harlem, probabilmente in uno dei B&B piu' sgarrupati della citta'; dimostrazione che pure con il Pucciu professore ed io debosciata e lunatica casalinga, a fare i signori non riusciamo MAI. Dobbiamo stare in ostello e metterci il cuore in pace.

Anyway, se pure con poco decoro e a tratti poca coolness, in un luminoso e piovoso venerdi' abbiamo:



Mangiato ottimi ramen. I ramen, se non li conoscete, sono una meraviglia: zuppone brodoso di noodles con carne, verdura, annessi e connessi. Ramen che peraltro hanno reso famoso questo tipo qua che e' ora uno dei piu' celebrati chef di NY. Noi non siamo andati da lui, ma qualche mese fa siamo stati in uno dei suoi locali, il Momofuku Ssam Bar che se per caso a qualcuno pungesse vaghezza di andare nella Grande Mela, e' da provare. Sapevatelo.

Dopo un litro di ramen, il Pucciu mi guarda e mi fa: ma che panza che hai!
Ah. Ah. Ah.
Stesso commento me lo sono beccato da un autista di autobus.

Rifocillati, abbiamo passeggiato romanticamente sotto la pioggia sulla High Line, uno dei luoghi favoriti del Pucciu, arisapevatelo. Abbiamo doverosamente dibattuto l'opportunita' o meno di comprare un appartamento in questa zona con vista sulla High Line. Io sono contro, ma solo perche' la gente ti vede in casa.


Siamo usciti fuori di testa facendo un'ora di shopping da Macy's - calze e mutande, lo shopping dei proletari. Affranto dal fatto di essere stato obbligato a rinnovare parzialmente il suo parco calze e boxer, un Pucciu chiaramente provato dal bagno di folla, in versione Coco Chanel de noartri minaccia di recuperare i calzini smessi facendo un progetto di vestitino di calzini riciclati per la squatter. A lui il progetto, a me ovviamente l'esecuzione. A stare con gli intellettuali finisce sempre cosi'.

Stremati dallo shopping, abbiamo cercato di recuperare mangiando tapas alla Boqueria su Spring Street, insieme ad un ex studente del Pucciu che era contento di vedere un suo ex professore e di condividere con noi il suo sconto del 50% nel suddetto locale. Le tapas erano buone, il vino pure, che volere di piu'. Stavamo recuperando un po' di coolness.

Arrivati a casa, spogliandomi mi rendo conto che meta' panza e' piena di puntini rossi.
La coolness recuperata muore. Ci guardiamo e ci diciamo "Oddio abbiamo avvelenato la bambina!"Peraltro sarebbe la seconda volta, la prima e' avvenuta dopo una colazione da 3000 calorie a Philadelphia. Siamo recidivi.

La squatter coriacea ci rassicura a suon di calcioni, e il sipario si chiude su una notte inevitabilmente drammatica, la prima notte da mesi SENZA. IL. BOPPY

mercoledì 12 ottobre 2011

Kleenex e Karma

Allora, tra un viaggetto a Philadelphia, lo studio dei puritani e degli shakers, le imprecazioni del pucciu sugli studenti che non studiano, succede che la vita prenda svolte dolorose. E allora mi dico, che - se crediamo al karma - in fondo me lo sono scelto, e va bene cosi'.

A parte che quando ho scelto, mi vien da dire, l'anima mia era ubriaca? distratta? o puramente cazzona? Non mi sono tanto accorta - ne' io ne' la mia famiglia - che forse per il 2011 siamo andate in overbooking di karma, mescolando molta gioia e anche molto dolore.

E certe situazioni mi sembrano irreali e mi chiedo se e' la mia vita o cosa, ma tanto anche la panza ogni tanto mi sembra irreale e pure quando mi vedo la fede al dito mi sembra irreale. E penso, e che c*zzo, ma che vita pensavo di condurre se mi sembrano irreali cose in fondo normali?

Penso una vita da ricca filantropa viaggiatrice, ecco quello, non mi sembrerebbe irreale.

Purtroppo il karma doveva scontrarsi contro un oggetto tipico della cultura americana, la maledetta, orribile, marmorizzata scatola di cartone con i Kleenex dentro. Quelli spessore velo, quelli che se non ne prendi 57 assieme ti trovi le dita piene di moccio.

Io li odio.

Ma qui negli States sono dappertutto: dal medico, in universita', a casa della gente. A me i Kleenex marmorizzati fanno venire in mente donne in tutona da ginnastica, accasciate sul divano che guardano piangendo e soffiandosi il naso (nei Kleenex) le telenovele brasiliane, quelle con Sonia Braga.

Magari siamo state tutte quelle donne, una volta nella vita, ma sia l'ultima cosa che faccio, piuttosto mi soffio il naso nella manica del tutone.

Comunque sia, mentre leggevo nello studio del medico la mitica "Best breastfeeding issue ever" di non so quale terrificante magazine tutto incentrato sulla gravidanza - cara grazia che sono solo 9 mesi, con tutta la carta che producono su 'sto tema - entra la dottoressa, informata del fatto luttuoso, che pero' mi tocca raccontare e dunque, la voce si rompe.

Si rompe un po' di piu' finche' con la coda dell'occhio non vedo la dottoressa che prontamente afferra la stramaledetta scatola di Kleenex. Al rallentatore me la avvicina, ed io capisco che sono ad un bivio.

Insomma, tocchera' piangere, e poi andare avanti con un po' di grazia e dolcezza, grazie all'affetto che ci circonda, agli abbracci del Pucciu, e anche a qualche poderoso calcio della cazzuta squatter aka "la tarantolata", ma per Dio, non mi lascero' dietro una scia di Kleenex ciancicati.

martedì 4 ottobre 2011

12

Uno di noi ha i capelli un po' piu' grigi, una di noi e' una freak con due battiti cardiaci
uno e' ossessivamente preciso nei lavori di casa, una e' un flagello di Dio applicato all'economia domestica
uno crede in (quasi) nulla, una e' un'accanita panteista che crede nella reincarnazione
uno conosce tutte le parole delle canzoni, una non ne conosce neanche una
uno e' calmo e paziente, una e' acida e impaziente
uno combina ottime cene solo di avanzi, una apre il frigo e le si spegne il cervello se non ha almeno 3000 ingredienti a portata di mano
uno vivrebbe sempre in viaggio, una forse anche, ma rompe di piu' i coglioni sostenendo in tono drammatico che "i cambiamenti IO li patisco"

In 12 anni e' tutto cambiato ma quello che importa e' rimasto uguale.

(Soprattutto il fatto che mi porti sempre a cena in un ristorante carino, puccetto adorato).

mercoledì 28 settembre 2011

Works in progress


Dopo il pippone femminista, ci va un po' di sano riposo e "banali cavoli nostri", ma articolati per vostro sollazzo in diverse categorie. Tenetevi forte, che c'e' roba grossa.

Ombelico: la panza (quella a righe) cresce, raggiungendo i 93 cm di circonconferenza. Ehi, almeno un 90 delle misure auree 90-60-90 l'ho raggiunto. Mai cosi' vicina, mai cosi' lontana. La squatter deve essere griffata Nike, che ultimamente le sue evoluzioni seguono chiaramente la dinamica del famoso swoosh. Bizzarro.

Arts and crafts: si lavora a maglia copertina verde acqua, anche se vira al celeste - e vogliamo ben scardinare gli stereotipi di genere che ci impone questa malefica societa' patriarcale etc etc- la squatter copertina e' intessuta di amorose attenzioni della creatrice (io) e delle imprecazioni del Pucciu sul prezzo dei gomitoli di lana. Che va beh, sara' squatter, ma avra' almeno la copertina misto angora. A pensarci bene, con anche il tappeto in pelo di agnello comprato per lei, la poverina sara' ricoperta di peli bianchi da mane a sera. Potremmo portarla a lavorare al circo pubblicizzandola come l'abominevole bambina delle nevi.

Sport: il Pucciu ha corso per beneficenza una 5 km. La sua prima dichiarazione dopo la performance, peraltro piuttosto veloce, e' stata: "Ho voglia di vomitare".

"Sport": per non esser da meno di cotanto Apollo muscoloso, non solo vado di tapis roulant come un criceto sotto cocaina - lentissima ma in salita - ma frequento anche un corso di Hatha Yoga, tutto per forse resistere un minuto in piu' prima di aggredire fisicamente l'ostetrica durante il parto e pregare che qualcuno mi pianti l'ago dell'epidurale nella schiena il prima possibile.

Trasgressione: sono diventata una drogata delle storie romanzate via radio. Sto seguendo i podcast della BBC di Life and Fate, ambientato in Russia. C'e' la neve, la guerra, tutti bevono te, quasi tutti hanno l'amante, qualcuno muore. Misteriosamente, nessuno ha l'accento russo.

#perchepoilavitafinisce: programmato week end a NY City, che costituira' la terza e speriamo non ultima tappa del viaggio di nozze. Al solito, sappiamo dove mangeremo - sicuramente i noodles cinesi fatti a mano in un banchetto sotto un ponte, ma non ho capito quale. Il Pucciu dice che lo sa lui; sara' un diabolico trucco per abbondonarmi a Ny.

domenica 18 settembre 2011

It's all about plastic



Non e' mesmerizzante questa copertina? e' peraltro un' astuta trappola per parlare di cose "quasi femministe". Ma si parla di t*tte, quindi lettori maschi, rimanete, se ci siete.

In questa rutilante settimana, che ci ha visti fuori a cena tre sere alla settimana, impegnati in ecografie, sferruzzamenti e letture di scarnificazioni rituali nella Sun Dance dei Sioux (siamo gente di mondo, che volete), abbiamo trovato il tempo di partecipare alla settimanale conferenza in campus, chiamata Common Hour. Un'ora in cui relatori vari discutono diversi argomenti, e alla quale tutta la comunita' del college, attirata da pizza e mele gratis, dovrebbe partecipare.

Questa settimana, si parlava di Plastica: t*tte e carte di credito, che e' un tema che per quanto di nicchia, da' uno spaccato della societa' americana e della folle tendenza all'indebitamento che si respira qui negli USA e mi sa pure un po' in Italia, almeno negli ultimi anni. Dunque, dal 1997 al 2009, le procedure di chirurgia plastica - a fini estetici - negli USA sono aumentate del 147%, con in testa procedure come iniezioni di botox, aumento del seno, riduzione del seno e liposuzione. Il 90% delle procedure sono state fatte a donne, principalmente bianche.

Naturalmente e' stato tutto allegramente medicalizzato, non e' che si hanno, che so, le t*tte che cascano perche' si sono avuti bambini, si ha una certa eta' etc etc. No, e' una patologia del seno.

Cioe' la forza di gravita' diventa una patologia. Sapevatelo.

Notare che aumentano anche le procedure a fini puramente estetici rivolte a bambini. Perche' se tuo figlio/a e' una cozzetta, vuoi non fargli la plastica prima che vada a scuola, dove i compagnetti lo/la potrebbero bulleggiare?

Ora, la cosa interessante/spaventosa, e' che le statistiche dicono che non sono i ricchi e famosi che costituiscono la maggioranza dei pazienti, ma gente che ha un reddito compreso tra i 30.000 ed i 60.000 dollari, quindi o classe (appena) media, o gente che fatica a tirare avanti con lo stipendio minimo. Gente che e' stata duramente colpita dalla crisi economica, gente che chissa' se ha un'assicurazione sanitaria.

Inoltre, grazie ad una selvaggia liberalizzazione del mercato finanziario, ci sono specifici finanziamenti e carte di credito per cure mediche che vengono erogati a chicchessia da lungimiranti societa' con tassi che raggiungono il 30%. Capace che paghi un intervento di plastica al seno (8 000 dollari) fino a 16 ooo dollari se manchi qualche pagamento. Che se io avessi un debito cosi' su un reddito di 30.000 dollari annui, piuttosto venderei un rene. Del Pucciu, ovviamente.

Anyway, cio' porta ad alcune considerazioni:

a) La chirurgia viene anche promossa cooptando argomenti pseudo femministi, tipo che se cambi il tuo corpo e le forgi, e' una cosa "empowering" e che il botox ti da' "liberta' di espressione". Mi spiace, e' molto piu' complesso di cosi'.





b) Voglio investire in quei fondi che finanziano questi interventi, perche' cari miei, non c'e' crisi che tenga. Altro che investimenti etici e super responsabili. Aiutiamo Pinca a farsi le t*tte grosse, e poi peccato se muore giovane di qualche malattia che non si e' potuta curare per via di scarse risorse economiche e della mancanza di copertura sanitaria universale: it's the market, babe.

c) Abbiamo fatto l'ecografia super dettagliata alla squatter che da parte sua se ne fregava allegramente prendendo a calci l'ecografo davanti a due genitori - noi- quasi emozionati ed inteneriti finche' dall'orripilante fangosa immagine 3D emerge un naso. Naso a patata. E all'unisono ci diciamo: ma quel naso non ce l'ha nessuno nella MIA famiglia! Poi un sospiro di sollievo.

Finche' c'e' chirurgia c'e' speranza.

lunedì 12 settembre 2011

Move on

Move on per questo paese: e' passato un altro 11 settembre e continua a venirmi in mente Arundhati Roy, che scrisse che l'11 settembre 2001 e' un amarissimo Welcome to the world rivolto agli americani.

Since it is September 11 that we're talking about, perhaps it's in the fitness of things that we remember what that date means, not only to those who lost their loved ones in America last year, but to those in other parts of the world to whom that date has long held significance. This historical dredging is not offered as an accusation or a provocation. But just to share the grief of history. To thin the mist a little. To say to the citizens of America, in the gentlest, most human way: welcome to the world.


Move on anche per noi, nel nostro micrococosmo, dopo due giornate traumatizzanti di shopping tra centri commerciali ed Ikea. Gli highlights dello shopping mio sono stati reggipetti per la maternita' che aspirano ad essere a collo alto, tanta pelle coprono, e jeans con fasce porta panza che mi arrivano praticamente alle ascelle. Verrebbe da aprire un capitolo sulla sexytudine (ed il sesso) in gravidanza, ma mi rendo conto che questi articoli di abbigliamento non ispirino granche'.

Su Ikea, glissiamo. Sempre tatamizzati, almeno fino ad ottobre, ma almeno abbiamo un bellissimo tappeto di pelle di agnello, che combinato al Boppy ha permesso al Pucciu di impersonare in modo abbastanza credibile Falkor, il drago peloso della Storia Infinita.

Move on per cancellare il trauma di essere andati da Mc Diavolo in preda alla disperazione dopo Ikea, chiedendo perdono alla squatter, finora abituata a frutta e verdura super bio ed etica coltivata con amore dagli Amish. La vita e' dura, piccola squatter, non si puo' essere sempre politically correct/radical/chic/foodie/snob, a volte bisogna tapparsi il naso ed immergersi nello strutto.

E dopo questa espiazione collettiva, direi che possiamo iniziare la settimana, tutti piu' leggeri.

martedì 6 settembre 2011

Meta'

Cara squatter siamo a meta'.

Arrivati a questo punto, abbiamo capito alcune cose fondamentali: la cucina Thai e la cyclette non sono di tuo gradimento e dai calci solo ed esclusivamente a tuo piacimento.

Continua cosi': ti vogliamo cazzuta ed indipendente.

Sappi comunque che per non sbagliare io gia' ti incolpo di (quasi) ogni crimine. Vorrai ben avere qualche scusa per andare da uno psicanalista da grande, no? E allora portiamoci avanti e togliamoci il pensiero.

Come da accordi, il tuo trattamento di pensione completa continuera' fino a data da definirsi - ricorda comunque che non siamo elefanti .

domenica 4 settembre 2011

La vita in Pennsylvania

Interessante mostra e colloquio con questo giovane artista, che non si era accorto che quasi tutte le ombre dei suoi quadri di fatto sono a sinistra del soggetto, finche' qualcuno non glielo ha fatto notare dal pubblico chiedendogli il significato della cosa. La chiaccherata mi ha fatto venire in mente quando a scuola si leggeva la Divina Commedia, e il prof diceva: ecco, Dante qui voleva intendere che blah blah blah ed io pensavo che magari Dante in quel momento aveva solo voglia di finire la pagina e trac, magari la parola su cui ci noi ci si arrovellava per ore lui l'aveva buttata la' cosi', al volo. Chissa'.

Notion, 2009 Von Sumner


(non) prese di coscienza:

Fede, lo sai che qui dispregiativamente gli italomaericani sono chiamati Guidos?
Si, amore, lo so, tra l'altro la squatter nascera' qui, quindi sara' italo americana
Ma no, figurati! Non e' italo americana.
Ma scusa, nata negli USA, con passaporto anche italiano, italiana americana, quindi italo americana!
Fede, lascia perdere, e' un'altra cosa!
......

Vertigini per conto terzi sul cantiere di 9/11



NY Times Magazine, 4 settembre 2011


La tecnologia in classe
- non e' poi detto che sia una mano santa

Il gatto del Rabbino la sapeva lunga



In conclusione, c'e' vita oltre l'ombelico.




giovedì 1 settembre 2011

Come September

Immagine presa qui


Ci siamo: il primo settembre e’ il vero, unico e molto meno spiacevole Capodanno che ci sia. E’ tutto nuovo, crisp, croccante, come dicono qui. Splende il sole, gli alberi cominciano a colorire, la gente ti saluta per la strada, girano gli scuolabus, i ginkgo biloba cominciano a puzzare alla grande, insomma, autunno negli USA.

Dunque, ho provato a dire al Pucciu con tono nostalgico da ultimo desiderio #primachelavitafinisca*: Pucciu, ad Ottobre portami a vedere il foliage in Vermont. Nada. Irremovibile. Il tapino non si ricorda che uno dei consigli del Kamasutra era di portare le donne a vedere il foliage per attrarle poi nel proprio letto.

Ogni lasciata e’ persa, Puccetto.


Anyway, al primo settembre:

Viviamo sempre senza tavoli, sedie, nulla, se non un materasso buttato per terra e un tappeto su cui sediamo per mangiare su scatole di cartone. Frugal minimal ethical chic (e freak)? No, per questioni logistiche lunghe da spiegare, Ikea pare ancora un miraggio.

Tuttavia, abbiamo il fondamentale abbonamento al NY Times della domenica – mia droga, mia gioia - e anche 50 pannolini lavabili pieghevoli che se volessimo aprirli tutti ci coprirebbero la superficie della casa tipo moquette. Abbiamo anche un sacco nanna/sarcofago per mummificare la squatter appena nata; mia sorella quando l’ha visto stava per piangere accusandomi di crudelta’.

Io dico: a’ la guerre comme a’ la guerre.

Il Pucciu comincia oggi ufficialmente la sua carriera accademica, dopo notte di tregenda nel mezzo della quale gli ho ceduto il Boppy sperando di farlo dormire tranquillo.

Sono ufficialmente una casalinga. Con degli standard. Rigorosamente bassi, del tipo: puliamo tutto se no ci viene la peste. Causa natura del mio visto, non posso lavorare e sfregandomi le mani pensavo di poter seguire corsi gratis all’Universita’, come facevo a Cincinnati, dilettandomi con saggi sui piedi fasciati delle donne cinesi etc etc. Salta invece fuori che posso seguire dei corsi, ma solo maledetti corsi di contabilita’ (imparare a contare alla mia eta’, no grazie) o corsi su come trattare i vecchietti.

Indi per cui, casalinga disperata sono. Ovviamente a livello pezzaro come al solito e invece di casalinghe eleganti e raffinate e nevrasteniche, i miei vicini sono dei vivaci garagisti appassionati ascoltatori di musica latino-americana. So long Mozart e musicoterapia adeguata alla squatter. Questa mi nasce ancheggiando e fischiettando la samba.

E allora, come September, e vedremo che faremo di te.

* sono cosi’ taggate le richieste, i capricci, gli ordini, le imposizioni e piu’ in generale le attivita’ (motivate, ma preferibilmente pazze e lunatiche) da fare prima della nascita della squatter. La definizione e’ courtesy di conoscenti/estranei/passanti dotati di figli e ancora inconsapevoli della gravidanza ma ben decisi a farti capire che POI e’ tutto finito.


martedì 30 agosto 2011

Si puo' fare




Il rincoglionimento da jet lag non basta ad attutire il colpo della rapina legalizzata subita al mercato alle 7,30 del mattino ad opera di mansueti e gentilissimi Amish che per carita' vendono verdura buona, organic, bio, santa e benedetta, ma costa un'ira di Dio.

Una commovente cerimonia in campus di accoglienza" dei nuovi studenti che si diplomeranno nel 2015.

Un Pucciu in tocco e toga, contento ed emozionato. Sotto era vestito. Non so perche' ma quando vedo uno in toga penso sempre alla nudita' sotto, come per il kilt.

Il presidente del college che chiude la cerimonia con riferimenti ai Beatles, a Jay-Z e al DJ Danger Mouse.

Il Boppy, ovviamente, fonte di sonni tranquilli nonche' di performance artistiche del Pucciu, che "indossato" il Boppy pretende di sembrare un angelo. A me ricorda Dumbo, ma comunque.

Due nuovi tomi femministi portati a casa. La squatter ed il suo micidiale carico ormonale non hanno sepolto la femminista che e' in me. Certo, evito accuratamente tutti i saggi del tipo "come ti frega la maternita'" "il mito della maternita'" etc etc...

Femminista si', masochista no.

sabato 27 agosto 2011

Back to the US-Mai piu' soli

Gli Amish ci sono, Il Pucciu anche.

Tra un abbraccio e l'altro, ha rivolto piu' volte apprezzamenti un po'invidiosi e sguardi a forma di cuore a questo oggetto entrato ieri nella mia, anzi nella nostra vita e nel nostro letto.

Che un menage a' trois assumesse queste forme, non l'avrei mai pensato.


giovedì 25 agosto 2011

1 Alla fine del mondo



Preannunciata dal terremoto e attesa da un pucciu che si prepara al mio arrivo come se dovesse andare in guerra, pronta ad entrare in una casa dove l'amato consorte vive da un mese dormendo su un materasso buttato per terra e mangiando su una scatola di cartone rovesciata per il terrore di fare scelte di décor che scatenino la mia ira funesta, ci sono, ci siamo, stiamo arrivando.

Si ricomincia nelle braccia di mamma America, da un impero in declino all'altro,si lascia una casetta amata - come lo sono state tutte - sul Po e sugli alberi,tanti amici e amiche, la famiglia che se potesse terrebbe solo la squatter, non capendo quindi pienamente il significato di "cordone ombelicale". Un lavoro a tempo indeterminato che nell'anno del Signore 2011 è come trovare la pietra filosofale.

Ma come diceva uno che ne sapeva: "“Live each season as it passes; breathe the air, drink the drink, taste the fruit, and resign yourself to the influences of each.”

Ci si risente poi dall'altra parte dello stagno.

domenica 21 agosto 2011

5 alla partenza: prese di coscienza

Il tipo dell’edicola sono ormai quattro volte che mi saluta dicendo: buona giornata anche a VOI, e non si rivolge al mio amico invisibile

Mi sveglio alle quattro e mezza del mattino, e per distrarmi apro un libro sulla panza che dice che è una bella sensazione essere incinta rilevando en passant che non sono e non sarò MAI.PIU'.SOLA. e comincio a pensare a quando la/lo potrò mandare in colonia, dagli scout, quando potrò dargli/le le chiavi di casa, quando potrò insegnargli/le a shakerare e servire un Martini ben fatto, etc etc

Sento delle bolle nella panza e devo chiedermi se sono normali smottamenti delle frattaglie o sono letteralmente presa a calci da qualcuno.

Ebbene, effettivamente qualcosa è cambiato. Lo squatter c’è e lotta con noi.

venerdì 19 agosto 2011

7 alla partenza (e al ricongiungimento familiare)



“Stai tranquilla Fede. Non c’è problema, per il tuo transfer da Philadelphia a Lancaster ho sistemato tutto io. Viene a prenderti l’ammaestratore di scimmie. Ah, ho anche scoperto che oltre ad ammaestrare scimmie, fa il pane e lo vende.”

E ora mi immagino: la scimmia che guida in elegante divisa da chauffer e mi accoglie con un leggero inchino, dicendomi Welcome back to the US, Madam, oppure la scimmia e l’ammaestratore che impastano allegramente pagnotte.

E poi una deve partire serena...

martedì 16 agosto 2011

Ci siamo ancora

We are back, sempre cool, sempre femministi. O meglio: siamo sempre una femminista ed un cabbalista a questo punto ormai sposati e con una panza (la mia) squattata da un piccolo/a straniero/a.

Per chi ci conosce e vuol saper che facciamo, per chi passa e va ecco la rutilante vita di due sabaudi nel ridente stato della Pennsylvania. Anzi al momento uno in Pennsylvania ed una a Torino.