venerdì 23 dicembre 2011

So, this is Christmas

Lo spirito natalizio e' alto, malgrado il Pucciu che rimirando le mie decorazioni natalizie a forma di stella, fatte con i legnetti raccolti quando mi porta a pascolare al parco esclami: Belle Fede, sono le stelle delle brigate rosse?

Domani sera celebriamo Hanukkah con amici, e la spesa per il nostro brunch del 25 e cena del 25 e' fatta, rigorosamente noi due, un enorme cheesecake di castagne, un'insalata con il caprino e altro che non mi sovviene, a meno che il suddetto Pucciu non trovi un modo per vedere gratis le partite NBA e a quel punto, saro' sola mentre lui si fara' venire le piaghe da decubito sul divano.

Siamo invasi da pacchi inviati dai miei. Le istruzioni erano: niente per la squatter e un libro per me.
Se ne sono fottuti.

Il paesello risuona di canzoni natalizie, la squatter squatta, io mi sogno il parto tutte le notti e in biblioteca mi sono presa i grandi classici da leggere durante queste ultime settimane di liberta'.

Insomma, peace and love a tutti e tutte, anche quest'anno ce l'abbiamo fatta.

giovedì 15 dicembre 2011

Ce la possiamo fare (?)

Arrendiamoci all'evidenza. Potrei cianciare, ancora, forse di robe femministe, di articoli letti sul Ny times, di ricette di cucina da provare, di pensieri profondissimi che mi frullano per la testa, ma la verita' e' che al momento siamo completamente squatterizzati.

Anzi, no, con un ultimo guizzo da casalinga disperata vi suggerisco di provare queste ottime frittelle di porri, tratte da Plenty, di Yotam Ottolenghi , che sono rientrate negli esperimenti culinari di #primachelavitafinisca e cioe' prima che la squatter ci riduca a mangiare pasta in bianco in piedi appoggiati al bancone della cucina.

immagine presa qui


E ora cadiamo voluttuosamente nel gorgo della maternita' (e della paternita').

Io dipendo fisicamente dal sonnellino pomeridiano che e' come quegli uomini ombrosi e str*nzi che sai che ti faranno male, ma non puoi farne senza. Perche' io odio il sonnellino pomeridiano, con tanto di bavetta sul cuscino. Mi sveglio rincoglionita ed inferocita, ma se non lo facessi, date le notti travagliate che neanche il Boppy riesce a migliorare, il Pucciu mi butterebbe fuori di casa.

La panza fa le onde, e la squatter si gode queste ultime settimane in piscina, mentre noi facciamo le ultime commissioni tipo la spazzolina morbida, le forbicine, il termometro, la camicia da notte per me per l'ospedale: ben sapendo che saro' gonfia ed imbottita contro perdite di vari fluidi corporei, sono andata su un sobrio nero.

Errore! Mia madre sostiene che ci andava bianca o almeno pastello. Io volevo sfinarmi e darmi una botta di vita, ma no, ho sbagliato. Mi salvo sull'accappatoio, che e' bianco. L'accappatoio serve per la Jacuzzi, perche' se voglio, per il travaglio posso avere la Jacuzzi, e da casa mi posso portare il mattarello, che il Pucciu dovrebbe usare per massaggiarmi la schiena, ma che, come sappiamo tutti, usera' come arma contundente per stendermi quando si stufera' di tutta la faccenda e si infilera' lui nella Jacuzzi a rilassarsi con un bicchiere di vino e un sigaro.

Sempre se non si fa narcotizzare prima di me, ma vedremo.

Il corso preparto ci ha donato delle perle: il Pucciu che indossato l'empathy belly dopo 3 minuti accusava mal di schiena e girava allegramente per la stanza con il cicciobello rosa - nostra figlia - sotto braccio come una baguette, ed infine un Pucciu che canalizzata una doula, mi faceva accasciare su una birthing ball per provare le posizioni per il parto.

Pero' e' un mago dello swaddling, che sapevatelo, qui i bambini vanno fasciati come tacos, nonche' un uomo la cui vita e' cambiata dopo il corso di allattamento al seno, che lo ha addirittura galvanizzato.


Bambino fasciato - Immagine presa qui

Per il resto, siamo due genitori degeneri: cantiamo ogni tanto de Andre' alla bambina, ma mica sempre, non le declamiamo passi scelti di autori colti, e la chiamiamo "culona" (ma solo perche' lo e'), siamo drammaticamente indietro con le tutine e stiamo seriamente pensando di avvolgerla in strofinacci dell'Ik*a e di far passare la cosa con un "in Italia si usa cosi'", anzi in Svezia, che la' sono all'avanguardia sulle cose da bambinetti.

Comunque, c'e' luce al fondo del tunnel: dopo l'epico ordine delle tutine avremo finito tutte le commissioni fondamentali e avremo almeno un mese di tregua, durante il quale partoriro' (metaforicamente) profonde e sofisticate riflessioni femministe.

Credo.

giovedì 8 dicembre 2011

Waiting for a squatter

Abbiamo devotamente divorato e digerito il tacchino di Thanksgiving ed il giorno dopo (25 novembre) il sindaco della nostra ridente cittadina, su una gru, affiancato da Babbo Natale augurava a tutti Buon Natale, Buone Vacanze e Buon Anno! E si e' levato il fastidio. Ci mancava Buona Pasqua, ed eravamo a posto.

Parte del "sistema c*letto" della squatter

Noi, a questo punto, a 33 settimane, cominciamo a fare il countdown per l'arrivo della squatter, che culminera' sabato con corso prenatale intensivo di 8 ore e martedi' prossimo con corsetto su allattamento al seno a cui partecipera' anche il Pucciu, che si chiede ancora come ha potuto dirmi di si.

Squatter etno-flashdance: scaldagambe e scarpettine kimono, ma somigliano a dei ravioli

La panza e' ormai argomento di conversazione: all'incontro con un astrologo elogiato da Rob Brezny, il vate di Internazionale, una signora mi chiede se voglio andare a farmi firmare il libro del suddetto prima di lei, che "magari partorisci" (in 5 minuti che aspetto?)

Per un attimo ho accarezzato l'idea di dare alla luce la squatter tra erbe ed incensi con l'assistenza di un astrologo che vive a Cuzco, la resident witch e l'insegnante di Yoga Kundalini.

Poi mi sono immaginata lo scientificissimo Pucciu (che studia misticismo ebraico!!!!) morirne di crepacuore. Uff, non si puo' mai fare niente di divertente.

Squatter bon chic bon genre: sara' una yankee sbracata, ma lavoriamo sulle apparenze (In Threes, su Ravelry)

Naturalmente mi lamento a morte del fatto di essere una casalinga disperata e pure indaffarata, con un Pucciu che mi fa: beh, e' la vita che ho fatto io per anni, quando tu lavoravi fuori casa, non facevi un c*zzo come lavori domestici e adesso tocca a te, malefica pasticciona; tutto cio' ha di buono che ora il Pucciu e' un accesissimo sostenitore della retribuzione per il lavoro domestico.

Un femminista in piu' val bene qualche tempo di casalinghitudine.

Squatter in azzurro: gli stereotipi di genere ci fanno un baffo (puerperium cardigan, su Ravelry)

All'insegna del "usiamo il tempo per imparare qualcosa di nuovo" mi sono data alla calza. La squatter come vestitini e' ancora praticamente in mutande e pannolino, ma sulla maglieria siamo a cavallo.
Ravelry e le spiegazioni su You Tube sono la mia droga.

L'ordine delle squatter-tutine e' ancora un work in progress: dopo aver notato che i body sono pure quelli della N*stle' mi sono scazzata e mi sono buttata su un guardaroba all'insegna del "less is more" ma organic ed equo.

Poi ho fatto due conti e mi son detta che dopo tutto la squatter se e' squatter puo' pure tollerare un mix di radical-ethic-chic e di sano usato comprato su Ebay. Inoltre, le aste mi esaltano.

Quando poi stendi 50 pannolini prefolded lavabili (le faranno il sedere grosso, ma va beh) vai al colloquio con una potenziale pediatra, provi sul Pucciu la super fascia (ficherrima) e cerchi il passeggino per portare in giro le piccole terga della mini debosciata, ti rendi conto che qualcosa e' proprio tanto cambiato. E siamo solo all'inizio.