giovedì 20 luglio 2006

Saturday night

Ci sono passatempi che, alla mia età, ho imparato a godermi anche da solo, ed altri per cui proprio non ce la faccio, e ci rinuncio se non sono in compagnia. Smettetela subito di pensare al sesso! Parlavo di cinema vs. concerto.
Sabato scorso, appurato che nessuno dei (pochi) amici in città sarebbe potuto venire al concerto di Art Garfunkel, mi sono convinto che cantare a squarciagola e con accento improbabile “I’m just a poor boy though my story’s seldom told…” seduto su un umido prato a chilometri dal palco, mentre le zanzare mi divorano, sarebbe stato un piacere impossibile da godersi in solitudine. E poi, diciamocelo, Garfunkel senza Paul Simon è un po’ come Gianni senza Pinotto. Inutile.
Ripiego allora verso il cine di quartiere – per stare zitto in una sala buia a guardare uno schermo non ho certo bisogno di compagnia – e vado a vedere “A Scanner Darkly”. Tratto da un racconto, in parte autobiografico, di Philip K. Dick, è uno strano film d’animazione, girato con tecniche particolari. Alcuni fra gli attori che prestano la propria voce sono stati “cartoonizzati”, così da risultare perfettamente riconoscibili anche da una bestia nell’identificazione dei divi dello schermo quale il sottoscritto. Come in quasi tutti i racconti di Dick (il più grande scrittore di fantascienza degli ultimi 50 anni, a mio modesto parere), il tema centrale del film è l’esplorazione dei confini, resi porosi e quasi indistinguibili da droghe e disturbi psichici, tra realtà e illusione, tra normalità e follia. Devo ancora decidere se il film mi è piaciuto fino in fondo…
ma l’avrò visto davvero oppure l’ho sognato addormentato su una poltrona del cinema?

2 commenti:

  1. Confini? Borders? allora si può parlare anche del mio pippone preferito, l'impossibilità di conoscere "the Other". Dai, posso?

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  2. Bollore, incommensurabile babbea, qui si sta dicendo esattamente il contrario, cioe' che i confini non solo possono essere varcati, ma che addirittura scompaiono in qualche modo. Hai capito, pignazza?

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