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lasciano il man-friend a casa. Apro parentesi: durante una serata alcolica a Toronto con le compari femministe decidemmo che alla nostra età dire “boy friend” fa troppo preppy e dunque: “boys are toys, I have a man friend”. Prendetela così. Comunque il mio man-friend è a Cincinnati a sudare sulla ennesima lingua morta e su una viva. D’ora in poi mi insulterà in aramaico e tedesco, e non invidiatemi troppo. Da solo per due mesi e mezzo, e non gli pare vero, di non avere l’imperatrice scassamaroni tra le balle, ma io conto sull’effetto “idealizzazione”. Da lontano sembro meglio. Dunque lo aspetto a settembre in ginocchio con rosa rossa tra i denti che mi viene a prendere all’aeroporto e piange non appena mi vede. Dai Pucciu, fallo!
non fanno un c***o. Il sistema patriarcale non si ferma mai, ma mica posso far tutto io. Per salvare le apparenze sono stagista al BIT (OIL, ILO) e mi alzo pure presto la mattina, ma tutte le mie bellicose intenzioni intellettuali di leggermi i grandi classici della vera femminista sono naufragate. Già devo scrivere un paper di 15 pagine per il 20 agosto. Dunque leggo gialli morbosi che poi mi fanno paura e devo anche dormire da sola. Il ritmo è uno ogni due giorni. Lettura impegnativissima.
Fanno fitwalking. Ebbene sì, mi faccio tutto a piedi due volte al dì tutto il Valentino da Corso fiume al BIT. 7 km. Se non sapete cosa è il fitwalking aggiornatevi, chè io sono sono molto avanti. Questa impresa fisica mi permette anche di acculturarmi: “Al chiosco del Roccioso, quanto è buono il panino di Nino e Marino” O qualcosa di simile. Comunque potete andare a verificare.
Vanno al mare il we. E si depilano! La mia mamma, dopo due mesi che vivevo negli USA. Mi chiese con tono grave: “Fede dimmelo, ti depili ancora?”. Dunque liscia e depilata mi rosolo al sole occupando la mente solo nel decidere quando prendere il sole di pancia o di schiena. Faccio anche la cameriera allo stabilimento durante l’ora di pranzo. Ho la grazia di un facocero che si aggira tra i tavoli e incalzo troppo mia madre con gli ordini e dunque mi ucciderà. Presto.
Al mare fanno small people watching. Quando il sole frigge il cervello, la femminista mica può applicare il micidiale rasoio intellettuale della decostruzione femminista, no? Allora io guardo i gagni (small people) Capirete che non sono bambini, ma un incrocio tra piccoli adulti e sanguisughe. Consumatori avidissimi. A parte che sono in grado di pronunciare la parola mamma almeno una volta al secondo di preferenza urlando (il babbo infatti è sparito ore fa dicendo che si faceva un giro in canoa—ormai sarà in Corsica), ma poi sono scaltri, scaltrissimi. Tempo fa ero al bar. Arriva bamboccetta di anni 3. La piccina, alle 18,30 desidera un pacco di patatine. Non è accompagnata. Pensa di fregarmi ma io: “Peppina, ma la mamma lo sa?” Peppina ha una faccia da poker, non traspare alcun cedimento quando risponde: “sì” e se ne va con le patatine. Arriva la mamma che invece di regolamentare il consumo dissennato della piccola idrovora mi comunica che Peppina ha libertà di ordinare quello che vuole quando vuole. Ah, bene, io aspetto che Peppina mi ordini, un giorno di questi, “un Martini agitato, non shakerato”. Io la guarderò e le chiederò: “Con oliva o senza, peppina?” Comunque io ho la soluzione auqesta situazione di debosciaggine infantile : facciamoli lavorare. Non i bambini, poveri, ma quelli ricchi. So per esperienza di lunghi anni di babysitteragggio che i bambini hanno spirito d’iniziativa. Peppetto, bambino di 5 anni, aveva la scimmia della scopa. La imbracciava e berciava per la cucina: “io PULISCIO, io PULISCIO”. Sai che c’è Peppetto, fai pure. Io mi sedevo e lui puliva. Che bei pomeriggi. E che dire del piccolo (2 anni) Pinetto : a lui piaceva sparecchiare e io, che con lui ho imparato a mettere le gocce nel naso utilizzando mosse di wrestling, glielo lasciavo fare. Il suo infantile entusiasmo faceva sì che lanciasse le cose nel lavandino e dunque la plastica era d’obbligo. Ma sulla spiaggia, facciamoli lavorare, diamo loro una bella task, così stanno tranquillini, capiscono il valore della sana fatica e le mamme e le non mamme possono prendere il sole in santa pace.
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Ecco, finalmente la verita' affiora: altro non sei che una femminista da salotto, possibilmente vista mare, aspirante mantenuta dal man-friend e schiavizzatrice di bambini!
RispondiEliminaspero ardentemente che "peppetto" non fosse il vero nome, sennò credo che ora sia tossicodipendente.
RispondiEliminaso cos'è il fitwalking, ma chiamare man-friend il proprio compagno mi sembra una cosa tristerrrima, se non altro perchè suona forzata.
nel tuo caso poi, visto che si tratta chiaramente di una categoria a parte, io direi semplicemente "my pucciu" o "my pucciu-friend" alle amiche femministe. vedrai che funziona.
questa lettura mi ha fatto pensare...
RispondiEliminala mia colf fra qualche hanno andrà in pensione...
credo che interromperò il metodo ogino-knaus così non avrò bisogno di rimpiazzarla...