venerdì 9 giugno 2006

Sesso nel pallone

Qui a Toronto, alla York University, l'ambiente e'bellissimo. Davvero cosmopolita. Rispetto alla tristessa degli studenti a Cincinnati che sono bianchi o neri, qui e' rappresentata ogni possibile naionalita' e mix tra nazionalita'. Elettrizzante perche' pare un paese davvero accogliente per chi e' straniero e, per chi arriva dagli USA, questa e' una differenza notevole. Il fatto che la citta' e che l'Universita' siano cosi' internazionale fa si' che on campus siano distribuiti gratis giornali stranieri. Posso quindi leggermi la mattina a colazione il "corriere canadese" con al suo interno la Repubblica. Una goduria mai vista, dopo mesi in cui al massimo mi guardo la prima pagina on line di repubblica e di altri giornali. Ci sono anche i giornali locali tipo Metro e quelli tremendi le cui notizie principali negli USA sono: "nato bambino alieno da casalinga in Mississippi".

Ma non qui. Qui, approfittando dell'imminente eveto sportivo parlano di traffico di donne e di calcio. E allora riporto qualche osservazione che ho trovato interessante. Come sapete in Germania la prostituzione e' lecita, ci sono bordelli legali, anche se sopravvive la prostituzione illegale, in quest'ultima vanno a finire le donne definite con bruttissimo termine: trafficate. Ora, pero' con tutti i tifosi in arrivo in Germania i pappa dei bordelli si trovano in crisi. Infatti, l'attuale numero di prostitute non puo' reggere l'incremento previsto di clienti. Dunque, le autorita' sono in allarme, perche' questo vuol dire che ci sara' un notevole incremento di traffico di donne da destinare al mercato illegale della prostituzione in modo da soddisfare la domanda dei nostri bravi sportivi. Il che mi ricorda un po' le cose lette tempo fa sul traffico di donne in Kosovo durante la guerra. Un pappa, interpellato sulla sua opinione sull'imminente arrivo delle truppe americane/ONU disse: "si' lo so che stanno arrivando, stiamo gia' costruendo i bordelli."

A parte tutto, una cosa intelligente che le autorita' stanno facendo e' sensibilizzare i clienti con un programma che si chiama "responsible johns". In pratica, al potenziale cliente vengono spiegati i segni che possono indicare che una donna non e' una sex worker che lavora per sua propria decisione, ma una donna trafficata. Pare infatti confermato, anche credo peraltro dall'esperienza italiana del numeroverde anti tratta, che spesso sono proprio i clienti a segnalare alle autorita' che una donna e' trafficata.

Ed e' ironico, perche' sono gli uomini che le trafficano, che le sfruttano, che le stuprano, e poi pero' tante volte devono affidarsi proprio ad un uomo per essere salvate.

3 commenti:

  1. Ah, come ci mncava il pippone femminista... in aria di mondiali di calcio, poi...
    Meno male che posso leggerlo in poltrona davanti ad una partita, con tanto di ciabatte, birra, e rutto/bestemmia liberi.

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  2. Pucciu, ma io che ci faccio con te????

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  3. Fede se continui così ti traffichiamo noi ma verso la siberia!

    E poi comunque Torino granata e bolscevica spera: Kolima bianconera!

    Piccolo Vishinskji Granata

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