domenica 11 giugno 2006
Niagara
Sono stata in gita in pulman alle Niagara Falls. Bus di 22 persone: messicani e statunitensi. E poi io che pero' qui vengo messa nel gruppo degli statunitensi, con mio grande disappunto. Si sono manifestati per magia tutti gli stereotipi sulle diverse nazionalita': gli americani sono come dei neonati, devi dargli da mangiare o da bere almeno ogni 3 ore se no sbiellano. Non possono camminare per piu' di 20 minuti senza essere uccisi dall'acido lattico.
I messicani: hanno cantato per tutto il tempo. Ora, io voglio credere che la musica messicana sia qualcosa di diverso da cio' che loro hanno cantato, perche' al 17esimo ritornello in cui "mi amor" e "ay, ay, ay" si ripresentavano io volevo compiere una strage. Soprattutto quando hanno invocato il mio nome affinche' io mi producessi in un assolo di "Volare".
Le cascate sono belle, peccato che io mi immaginassi un parco nazionale ed invece le povere cascate fronteggiano un cumulo di terribili costruzioni che danno un nuovo significato alla parola kitsch.
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