mercoledì 4 aprile 2007

Pesach & co.

Lo so, ho lasciato un po’ troppo il monopolio di questo blog alla femminista. Ora è anche riuscita – involontariamente, dice lei – ad impedirmi di postare commenti. Ma veniamo a noi.
Dopo la breve e felice parentesi al sole, mare e magnate di granchio della Florida, la ridente Cinti ci ha riaccolti con un vento invernale e possibili nevicate. Così, nel caso ne sentissimo la mancanza.
Il March Madness del basket universitario è ufficialmente finito. Ha di nuovo vinto Florida, capitanata da quel pallone gonfiato di Joaquim Noah – indegno figlio di papà Yannick, uno dei tennisti più spettacolari di tutti i tempi.
Fede è in de/pressione da casini burocratici e crisi esistenziali: a 29 anni suonati (da un paio d’anni) ha dimostrato di sapere e potere (come Francis Bacon – non quello della pancetta – e Foucault – non quello del pendolo) fare di tutto e di più ma si preoccupa di non avere ancora una carriera spianata davanti a se. Mentre le spiegavo che non tutti possono avere un’illuminazione che gl’indichi la propria missione messianica, le ho versato un bel bicchierone di Garnacha da 14,5%.
Del Seder dal direttore del mio istituto già sapete. Almeno quest’anno sono scampato alla figuraccia d’ordinanza, evitando di straparlare nell’improbabile tentativo di fare dell’amabile conversazione. Ho temuto solo per il rinnovo della mia borsa di studio dopo aver battuto il suddetto direttore ad una gara di “horse” (“asino” da noi): tra un mesetto saprò se non ha voluto vendicarsi…

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