venerdì 6 marzo 2009

Anì lo medaberet ivrit (= non parlo ebraico)

Il mio ebraico fa passetti minuscoli: ieri dialogo surreale con il vicino Shimon. A parte che bussa alle 11 di notte. Io ero da sola, il Pucciu in teoria era al telefono pubblico a telefonare ai suoi-questo devo verificarlo.

Apro pensando fosse il Pucciu, non è lui. È Shimon. Mi parla in ebraico, gli dico in ebraico che non parlo ebraico ma inglese. No problem, parla inglese.

“Tek gaz?” Shimon, non ci siamo, a meno che tu non voglia intendere il legno “teak” che pure a me piace moltissimo, ma non credo sia il soggetto della comunicazione.
Io: “Gas”
Lui: “Ken=sì, Natasha, Natalia, Natasha, gas”.

Natasha/Natalia viveva nel nostro appartamento ed è russa; ci ha smollato una preziosissima bombola del gas vuota, che qui rubano appena ti giri, da restituire a Shimon. Di lei sappiamo che ama moltissimo Leo di Caprio.

Qui apro parentesi: ci sono parecchi russi in Israele, credo il 20% della popolazione e spesso non sono molto amati perché – ma credo questo valga solo per le prime generazioni - non parlano la lingua, non si integrano, molti non sono ebrei comme il faut per le autorità religiose ed in più hanno portato il maiale in Israele, che è proibitissimo dalla kasherut
.

Ritornando a noi:

Io: “Ahhh. Natasha, gas e faccio segno di una triangolazione Natasha-noi- e noi che l’abbiamo portato alla forse fidanzata russa di Shimon che non parla ebraico (e chissà se ama anche lei Leo di Caprio, spero di no perchè Shimon è proprio diverso da Leo)”
Lui: “Ahh”

E così si conclude la conversazione: sono certa che la situazione possa solo migliorare.

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