E noi lavoriamo. Ma da quando mi sono svegliata, per strane associazioni di pensieri, ho in mente mio nonno che, benche' prigioniero di guerra nella Ruhr, decise di protestare contro le condizioni di lavoro. Si mise d'accordo con i suoi compagni di prigionia e decisero che il giorno seguente avrebbero incrociato le braccia. Tutti. Peccato che arrivato il momento buono i compagni del nonno si tirarono indietro. E mio nonno che cosa fece? fece sciopero solo lui. Venne sostituito da un soldato tedesco enorme e per un attimo mio nonno ebbe paura di prendersi una martellata in testa da costui. Pero' poi ottenero qualche miglioramento nelle condizioni di lavoro.
Ci sarebbe poi anche il bisnonno (suo padre) che faceva il panettiere ed era talmente stakanovista che di quattro forni che c'erano al paese ne fece chiudere due. Rimasti lui e l'altro fornaio, facevano le gare a chi si svegliava prima la notte e lavorava di piu'. Il bisnonno impastava ancora a mano, aveva le braccia muscolosissime e tutte bianche per via della farina. Era quello che non credeva all'esistenza dei pinguini, si fece vestire da gangster da mio zio, guardava il ciclismo alla tele, non sentiva i gusti e dunque si bevve un bicchierino d'inchiostro (era anche daltonico), e assaggiato un pate' di tonno dichiaro' in mandronio: "Bun ist furmagg!" Non voleva mai ridere perche' non era dignitoso.
E ora vado a lavorare.
martedì 1 maggio 2007
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