giovedì 28 febbraio 2008

Il Pucciu ha bisogno di Betty

Il Pucciu sostiene che la mia emancipazione avviene al prezzo della sua oppressione

chatta con il suo amichetto in Italia spettegolando su queste donne stronze che non fanno una mazza in casa e che li opprimono, che loro poveretti almeno potessero fare i casalinghi e basta, no, gli tocca anche lavorare!

mi mostra la minimissima bollicina da ustione che gli e' venuta fuori per aver infornato ieri il pane e si lamenta del dolore lancinante

con tono drammatico ieri sera mi fa: ANCHE domani devo fare (=sbattere nel forno) il pane???? No amore, domani ti compro la zangola e fai il burro.

Insomma, il Pucciu soffre di quello che una decana del femminismo americano, la mitica Betty Friedan, chiamo' il "problem that has no name". In pratica fu la prima ad analizzare le cause dell'insoddisfazione delle casalinghe americane negli anni 50: apparentemente avevano tutto, e pero' soffrivano. La Betty si riferiva soprattutto alle donne americane middle-class (bianche) e per questo fu poi aspramente criticata da altre femministe, soprattutto di colore.

Ora scusate, ma devo andare ad esercitare la mia oppressione imperialista su qualche maschio a caso.

1 commento:

  1. Il mio problema ha un nome (Federica), un cognome (G******e), e svariati soprannomi, che non pubblico per decenza.
    E adesso mettiti le pattine!

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