L'avevo sempre sospettato. Ora ne ho finalmente la certezza. La divina Naomi Campbell è una di noi. Una compagna.
È una donna, per di più di colore, nata nella periferia operaia di Londra.
Aveva già mostrato simpatie neo-luddiste ed attitudine alla guerrilla distruggendo vari telefoni cellulari, diabolico simbolo tecnologico del capitalismo odierno.
Si era già beffata del rampantismo borghese modaiolo, attuando un esproprio proletario sotto forma di rifiuto di pagare una cena milionaria da Briatore.
Non molto tempo fa si era unita al popolo degli sfruttati, lavorando alle pulizie dei bassifondi newyorkesi.
Ora, l'apoteosi. L'altro giorno ha ufficialmente abbracciato il terzomondismo rivoluzionario, incontrando il comandante Chavez per salvare i bambini poveri del pianeta.
Sara stata ispirata dal compagno Maradona, tra una pista e l'altra? Oppure dal compagno Mike Tyson, nel retro di una limousine?
Poco importa. Fatto sta che da ieri, l'amo ancor di più.
Hasta la victoria, companera Naomi!
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