venerdì 6 febbraio 2009

Hey hey, it’s a weird day!


Vista sulla collina dal terrazzo sul tetto




Vista sul vicolo dal terrazzino di casa






Dico solo che la decisione più saggia della giornata si è rivelata quella di non tenere la camicia da notte sotto i jeans per andare in banca la mattina alle 8,30.

Mattinata inutile spesa a lavorare, sacramentare contro il modo di lavorare in Italia, il modo di pensare italiano etc, invece di fare altri due miliardi di cose, tra cui fare la spesa per un aperitivo/cena per amici. Per coronare il tutto, scoprirò di aver mandato a me stessa una mail che invece era per la conferma dei miei voli di domenica.

Telefona il Pucciu:

ehi si è allagata la casa! Il padrone di casa ha fatto casino! eravamo in quattro in bagno: il padrone di casa, il vicino di casa del primo piano e l’idraulico chiamato dal vicino del primo piano.
Adesso conosciamo tutto il condominio.

O c*zzo. Appena arrivati e già segnati.

Ma amore, va tutto bene, ho conosciuto quelli del ristorante sotto casa, ho conosciuto un cuoco che si chiama Moshe di un ristorante figo che gestisce con un palestinese, e cerca di ricreare la cucina dei tempi biblici, dobbiamo andarci…

Hatzilim !!!(melanzane), non so dire il mio numero di telefono in ebraico però questo sì

Qui c’è una bellissima vita di quartiere, tutti si conoscono, vogliono sapere di dove sei, cosa fai…

Il Mossad è già sulle nostre tracce?
Intanto cerco di capire se posso lavarmi i capelli continuando a parlare al portatile.
Confermo l’ impossibilità della cosa.








Chiusa la telefonata, alle 12,30 realizzo che vestita alla “vado un attimo in banca poi mi vesto a modo” e lavata sommariamente, sono in pauroso ritardo per il pranzo dalla prozia.

La prozia mi accoglie. La sua amica, quella di "Devi furgià", per intenderci, mi rintrona nuovamente. La procreazione è sparita dall’ordine del giorno, ma appaiono gli uomini – tutti pitu (=tacchini).
Esco alle 16,30 con le orecchie che rimbombano di un “non sposarti maiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii” e di un “stai attenta che ci sono i pushersssssssssssss”.

Accendo il cellulare spento vigliaccamente: un amico caritatevole è pronto per un aperitivo alle sette. Arrivo a casa alle sei e mi appare davanti uno spettacolo commovente: mia madre, disperata perché non sto facendo la valigia, stira la mia roba. Ciocchiamo su come piegare un sari indiano, no mamma non è una sciarpa, saranno minimo due metri di lunghezza, non sono una giraffa.

Faccio la doccia e una torta al cioccolato. L’amico arriva e davanti a due bicchieri di vino parliamo dei nostri tatuaggi immaginari.

Arrivata a mezzanotte cerco di portarmi avanti per domani preparando dei muffins salati: ho la ricetta davanti, ma al grido “La Fantasia al potere!” decido di improvvisare.

Che bella idea.

1 commento:

  1. Bhe dai Fede... pensavo peggio! :-D
    Dai che in fondo ogni nuovo posto è una nuova vita!

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