domenica 20 gennaio 2008

quando ci vuole un'amica

Qui io ho solo due amiche "vere" e ci vediamo in media una volta ogni due mesi. Il motivo fondamentalmente e' che non riusciamo ad organizzarci, un po' l'incasinamento della vita, un po' l'incasinamento nei nostri cervelli di perenni disorganizzate. Con loro ho diviso i bei tempi di Toronto, quando ci sganasciavamo davanti alle foto di classe degli anni '80, ma soprattutto abbiamo condiviso il terribile episodio della metropolitana di Toronto dove mi presero (colpa del ristorante coreano) dei crampi allucinanti - e non c'erano bagni nella stazione in questione. A Toronto ci chiamavano le "americane" ed eravamo un'Italiana, un'afromaericana e un Irano americana. quando usciamo insieme sembriamo delle tredicenni pure stupide, parliamo o dei mali del mondo o delle cazzate supreme. L'anno scorso abbiamo visto la notte degli Oscar solo per commentare i vestiti e chi si era rifatto/a. Le parole che gli ho insegnato in italiano sono: puffetta, paraculo e gattamorta.

E domani finalmente ne vedro' almeno una, con la quale al telefono abbiamo gia' stabilito l'ordine del giorno della serata:
1) cambiamenti nella vita sua e mia
2) pettegolezzi dal dipartimento femminista
3) a grande richiesta (sua): l'affaire Carla Bruni e Sarkozy.
Poi per darci un tono e rimanere in tema guarderemo un film francese.
Il Pucciu sta a casa.

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