sabato 4 novembre 2006

Santino della settimana/4


Stavolta rendo omaggio ad uno dei personaggi su cui ho fatto ricerca. L’enorme privilegio dello studioso è proprio questo: potersi dedicare a ciò che ci interessa e ci stimola.
Abraham Abulafia, cabbalista spagnolo del 13° secolo, visse tra Spagna, Palestina, Grecia ed Italia insegnando ad ebrei e non una singolare tecnica di interpretazione dei testi sacri.
In notturno isolamento, respirando e muovendosi ritmicamente, l’iniziato ricombina versetti biblici e nomi divini in modo da creare nuove strutture di senso, al di là della logica discorsiva. L’attività intellettuale si intensifica, il corpo si riscalda, appaiono luci e visioni di lettere e di figure umane. All’apice dell’estasi mistica, il cabbalista diventa profeta, strumento della voce divina che parla per bocca di lui.
Non stupisce che un simile individuo creda di essere il messia, cosa di cui Abulafia cercò di convincere l’allora Papa. Abulafia si recò a Roma nel settembre 1280, nella speranza di convertire Nicola III alla “vera religione” a rischio della sua stessa vita. Destino (?) volle che il Papa morisse proprio nel giorno del suo arrivo, rinforzando grandemente la convinzione messianica del nostro cabbalista.
Ovvio che un anarcoide del genere meritasse la “scomunica” delle autorità rabbiniche del tempo. Ovvio pure che la sua influenza sul pensiero successivo sia stata enorme, arrivando fino a Freud e ad Umberto Eco.

1 commento:

  1. che peso pucciu. spero che il blurbo lo legga e mi rimpianga.

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