lunedì 18 febbraio 2008

(S)fashion - si stava meglio quando si stava peggio.



Ritagliavate le bamboline di carta a cui mettevate poi su i vestitini? Io si! Ritagliavo anche di merda, se e’ solo per questo, ma comunque. Ebbene siete, antichi o antiche.

Il NY Times che mi sono letta ieri a letto tentando di farmi venire le piaghe da decubito dice che queste povere bamboline sono roba da museo. Ora c’e’ l’agghiacciante Stardoll, la versione digitale delle suddette bamboline. Non solo potete vestire (con dubbio gusto, mediamente) personaggi famosi, ma potete anche comprare per le vostre bamboline vestitini firmati da Donna Karan o da Heidi Klum, che concedono in esclusiva il loro marchio al sito.

Volete vestire Britney, Laura Pausini, Riccardo Scamarcio? No problem! La cosa agghiacciante/interessante e’ che sul sito ci sono circa 1200 marchi di abiti, conosciuti e meno conosciuti. Il responsabile dell’intera cosa dichiara che le teen agers, maggiori utilizzatrici del sito, sono quelle che richiedono una vasta gamma di marchi. Secondo una ricerca recente, la teen ager media americana parla di “brands” almeno 150 volte al giorno.

Il che non mi stupisce, pensando a mia sorella (solo da parte di mia padre) che a noi altre tre sorelle chiedeva – a 8 anni – se avevamo il D*do di P*mellato, di che marca erano i nostri “toppini”, e gia’ conosceva I prezzi di almeno tre diversi jeans di marche da tamarra. Per me che a 11 anni conoscevo solo il marchio “Superga”, mia sorella e’ una specie di anticristo.

Ritornando a noi, ora vado a mettere un tailleur da suora a Britney, secondo me la aiuterebbe nel riavere indietro i bambini.

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