venerdì 13 marzo 2009

Trance & Purim

A causa di eventi inaspettati, pure belli, se io non fossi troppo contorta per apprezzarli, vivo in un mondo solo mio, dove sto valutando tutte le possibili conseguenze di una serie di decisioni, anzi di una sola importante che devo prendere in questi giorni.

Emergo solo per fare domande deficienti al Pucciu e per poi non ascoltare le risposte. Lui senza pietà mi trascina comunque a correre in un parco vicino a casa, e corriamo vicino ad un antico convento; così se muoio di fatica, mi accascio sulla porta e per l’estrema unzione ci va un secondo.

Però, anche correre nel parco ha un suo perché; a parte rassodare le cicce, si possono fare interessanti studi sociologici. Se al parco ci si va di venerdì, ci sono pochi ebrei, perché è lo shabbat, ma ci sono molti arabi, perché è il loro giorno di riposo, mentre invece di sabato ci sono ebrei ma non molti arabi.

Tutti però grigliano alla grande; ulteriore testimonianza che i due popoli non sono poi così diversi, almeno per certi aspetti.

Corse e trance a parte, questa settimana si è celebrata la festa di Purim, e a parte la gente che si ubriaca per le strade, perché si deve bere fino allo sfinimento, i bambini e gli adulti in costume, noi abbiamo preso un giorno libero per visitare la parte musulmana della città vecchia e per scassarci di orecchie di Haman, che sono il dolce tipico per Purim. Uno dei ripieni classici è un mix di miele e semi di papavero (pereg), il Pucciu ha detto “pegher” (=carcassa); poi sono IO che mi lamento che questa lingua non è molto facile.



A parte lo suk, dove io perdo il controllo e comprerei tutto, la parte musulmana della città offre scorci interessanti: tombe di principesse, caravanserragli, e, nella parte più residenziale, vicino alla porta di Erode, uno spaccato di vita locale con pochi turisti: selve di bambini che usciti dalla scuola gestita dall’UNRWA, si scassano di ghiaccioli, si menano come fabbri e ti salutano gentilmente, chiedendoti in ottimo inglese dove vuoi andare.



Un ragazzino ci ha mostrato la via per i tetti, dove la vista è questa:



Ed una bambina ci ha scortato direttamente ad un certo Monastero delle Lenticchie, almeno, questa è la traduzione dall’arabo del Pucciu.



Un elemento che francamente "stona" sono gli ultraortodossi che per ragioni ideologiche vanno a vivere nella parte musulmana della città. Una pratica, insieme agli insediamenti, decisamente condannata a livello internazionale .



Poi, tornati a casa: la folla che celebra Purim. Street party improvvisato dietro a casa: gente travestita, traffico bloccato con gente che sale sulle macchine a ballare.



C’era anche un ultraortodosso con sotto il pastrano un costume da superman- non riuscirò più a pensare a superman allo stesso modo.

1 commento:

  1. da Cincinnati a Gerusalemme wow che salto a pensar a tutte le differenze! grazie per far da guida a questa citta per me sconosciutissima

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