giovedì 17 novembre 2011

1 isola, 1 cefalo e il 99% - NY Take three

E poi basta cosi', che ormai e' quasi un mese che siamo tornati da NY. Ma la neve prima, gloriose giornate autunnali dopo e i ritmi da bradipa panzona mi hanno rallentato anche i pochi neuroni che cozzano indiscriminatamente nella mia testa.

Allora, siccome come gia' anticipato eravamo in uno scrauso B&B ad Harlem, abbiamo deciso di andare verso nord, ed esplorare la parte italiana del Bronx che al contrario di Little Italy a Manhattan, mantiene un po' di autenticita'.

Abbiamo sniffato profumo di pane vero, ammirato salami e conigli in vetrina, e fatto un merendino rigeneratore a suon di cannoli da De Lillo, che sapevatelo, e' "rated" da Zagat.

Il Pucciu, povero accademico ingenuo rivolge lo sguardo al maxischermo del locale, dove imperversa sul canale Rai per l'estero Mara Venier e mi fa: certo che poverini gli italiani all'estero, loro, si beccano ancora la Venier.

Non ho avuto cuore di dirgli la triste verita'.

Tra un pit stop e l'altro i tutti i possibili bagni del quartiere - ovviamente per colpa della squatter, che ultimamente ha imparato il trucco detto "del cefalo", per cui all'improvviso si deposita come un peso morto sulla mia vescica e da li' in poi sono tutti 'azzi miei a trovare un bagno nel giro di un nanosecondo - ci siamo spostati a City Island.

City Island e' un posto surreale. Un'isoletta di pescatori sonnolenta d'autunno, ma popolosa d'estate, a un'ora da Manhattan, una striscia lunga un km sul mare con una strada principale, silenziosa e semideserta, che ti porta dritto dritto da: Tony's Pier, che noi non andiamo da nessuna parte senza mangiare, se non si fosse capito. Posto di pesce peraltro definito "ghetto" dalle reviews che abbiamo letto che parlano di scene folli avvenute nel parcheggio del suddetto locale.

Ora mi spiego i cartelli ovunque sul non salire sui tavoli, e il non salire sui lavandini in bagno. Comunque sia, in un soleggiato lunedi' di ottobre, abbiamo dovuto cambattere solo con i gabbiani.

Occupy Wall Street ce lo siamo saltato per i soliti nobili motivi: non pit stop nei bagni, ma mal di schiena, quindi la squatter si profila come un po' borghese, che neppure l'abbiamo portata nel suo ambiente naturale, a squattare Zuccotti Park e a suonare i bonghi, che sono stati causa di disappunto dei vicini di casa degli occupanti.

Non li biasimo.


Tuttavia, questa squatterina ora credera' mica di essere parte dell'1%?

Che poi, ho qualche perplessita' su questo 99%, che e' un super calderone in cui mica siamo tutti uguali, con gli stessi problemi e con le stesse possibilita'... Ma va beh, forse ci andra' un prossimo pippone femminista sull'argomento.

(paura, eh!)

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