martedì 19 giugno 2007

What's new

Come al solito mi faccio desiderare, lo so. Me è che...
Vabbè, eccovi un riassunto delle puntate precedenti:
Concluse le lezioni a Cincy, sono letteralmente fuggito in Italia, in tempo per matrimoni e compleanni vari. Un'ingombrante statuetta di 3 kg in plastica fucsia, rappresentante Gesù Cristo (courtesy of Luca the Planner), ha protetto il mio viaggio. Dopo 6 inutili ore di attesa in aeroporto sono stato infatti dirottato su altro percorso, il che ha permesso ai miei bagagli di vagare un po' per il mondo, probabilmente presenziando ad una semifinale Nba a Salt Lake City. Un bagaglio mi è arrivato dopo una settimana, appena troppo tardi per impedirmi di sfoggiare un'agghiacciante cravatta paterna al matrimonio di Anna e Alberto. Già provata per i malriusciti scherzi nella casa nuziale, la sposa è stata lanciata di testa contro una trave durante le danze notturne (almeno questo non da me). Sta ancora dal fisioterapista.
Il rimpatrio contemporaneo di vari amici lontani ha scatenato un'orgia di uscite nei uichends: classici sono ormai diventati i venerdì sera cenafritta-alcool-4delmattinoaiMurazzi-sidormeconBeppe (e qualcuno comincia a mormorare del nostro rapporto...) e le escursioni enogastronomiche domenicali nelle Langhe. Sul fronte corsa & camminate in montagna siamo stranamente ancora un po' indietro...
Il ritorno in università è stato spiacevole come al solito. Colleghi sempre precari, professori sempre contenti di non doversi preoccupare di me - che tanto mi arrangio da solo negli Steits -, cronica carenza di servizi e di libri. In questo gioioso quadretto s'inserisce il sottoscritto, che sta disperatamente cercando di completare lo studio di un simpatico paio di amuleti ebraici antichi. Un paio di libri fondamentali per il mio lavoro, in prestito dalla biblioteca dell'HUC e ovviamente introvabili in Italia, sono nella mia valigia sperduta. E qui parte il fottone abissale:
Alitalia deve rintracciare il mio bagaglio smarrito. Esso non può essere ovunque, ma solo in 6 scali aeroportuali. La pratica di ricerca ora passa da Roma, in un ufficio a cui non si possono mandare e-mails, il cui fax non funziona, e le telefonate sono a pagamento (W il customer service!). I simpatici addetti ti mettono in attesa, tu paghi per un po', poi buttano giù il telefono. Se riesci a parlarci, non sanno dirti nulla, tranne che dopo 3 settimane dal ricevimento del reclamo, la tua pratica non è stata ancora aperta, causa previo smaltimento di roba arretrata. Bottom line: la ricerca durerà mesi. Chissà come mai sembra che nessuno voglia comprare l'Alitalia...

4 commenti:

  1. ci vuol coraggio a viaggiar con alitalia! l eventuale risparmio vale tutti sti problemi?

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  2. Dura, eh, la vita. ed io qui a lavorare, mentre tu sperperi nelle Langhe.

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  3. io ho aspettato le mie belle 12 ore in aeroporto a Malpensa prima di volare a Chicago, trascorrendo così il mio primo giorno di ferie... Ma il ritorno è stato impeccabile, con solo un'ora di ritardo e il canale radio che trasmetteva l'audio di "Notte prima degli esami" che non funzionava.. In compenso le valigie sono arrivate con me, così ho potuto dare a mio fratello il vasetto di burro di arachidi che tanto voleva assaggiare! Non c'è paragone tra i tuoi libri e un sano vasetto di burro di arachidi :-D

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  4. Ma alla fine... 'sto libro.... è ancora in viaggio? E se non lo riporti? Non ti rinnovano il visto?
    ;-)

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